Russo si dimette da presidente degli avvocati: "Io non ci sto a questa logica delle poltrone"

Adolfo Russo fa un passo indietro, o meglio di lato. Il presidente dell'Ordine degli Avvocati pur di evitare il commissariamento rimette la carica rappresentativa nelle mani del consigliere anziano, Elio Sticco, pur rimanendo tra i banchi dell'assise forense.

"Situazione ingovernabile"

Un gesto che serve a superare lo stallo che sta paralizzando il Coa di Santa Maria Capua Vetere a causa continua mancanza del numero legale per effetto da un lato delle dimissioni di 3 componenti del Consiglio - il vicepresidente Renato Iaselli, del segretario Mario Palmirani e della consigliera Renata Puoti - dall'altro per l'assenza dei consiglieri del gruppo "Dignità Forense" che indica nuove elezioni come unica soluzione per superare questa fase. Intanto, le dimissioni di Russo sono arrivate. Per l'ormai ex presidente al Coa si è verificata una "incestuosa assonanza di egoistici intendimenti fra l'opposizione e parte della maggioranza" che ha provocato "una situazione di stallo e di assoluta ingovernabilità" a causa dell'assenza di una maggioranza che fino al 2020 poteva contare su ben 13 elementi su 21 consiglieri (oggi ridotta a 10 con il numero legale che viene meno). 

Il j'accuse del presidente dimissionario

Ed è proprio sui tre dimissionari che Russo puna l'indice. Per l'ex rappresentante del foro sammaritano i tre avrebbero fatto prevalere "logiche egoistiche a logiche di tutela della Classe". Le stesse che "sono state fatte proprie dall'opposizione che non si è fatta sfuggire l'opportunità di "gettare a mare" la consiliatura per approdare a nuove elezioni, pur dopo un indeterminabile periodo di commissariamento. Peccato - sottolinea Russo - che il commissariamento sia un'onta e non una medaglietta da apporre al confalone del Consiglio; peccato che il Commissariamento abbia costi rilevanti; peccato che si ingessi l'attività del Coa per lunghissimo tempo. Ma tant'è: le logiche elettorali devono, anche fra professionisti, prevalere a scapito di una classe alla quale, sono certo, poco importa tutto ciò, desiderosa solo di poter lavorare, di poter ricevere risposte alle proprie necessità e di poter ritornare in Tribunale". 

Paralizzato l'ordinario

E non mancano stilettate agli "assenteisti" dell'opposizione che con il "comportamento ostruzionistico, non partecipando alle sedute di consiliatura da circa 30 giorni, impedisce l'attività ordinaria" al grido "delle elezioni subito e a tutti i costi". Russo sottolinea, poi, di aver reso pubblicamente "disponibile la propria carica al solo scopo di evitare il Commissariamento in una ottica di redistribuzione degli impegni consiliari: inutile, come inutili sono risultati gli appelli alla gestione delle sole pratiche ordinarie con lo svolgimento di Consigli tesi esclusivamente a tali finalità: bisogna votare". 

"Io non ci sto, logica delle poltrone non mi appartiene"

"Io non ci sto - tuona l'ex presidente - Giunto all'autunno della mia attività avevo ritenuto giusto restituire all'Avvocatura Sammaritana quanto ricevuto rilanciandone l'immagine" attraverso "una attività costante e silenziosa, in uno con i leali sodali di maggioranza, ho tentato di intervenire sulle enormi difficoltà di cui soffre il nostro tribunale e di restituire all'avvocatura sammaritana ruolo ed immagine che le sono sempre stati appannaggio". Uno spirito di servizio che respinge quella che Russo chiama la "logica del potere". "La logica delle poltrone non mi è mai appartenuta, poiché non ho privilegi da difendere, poiché ho sempre considerato il mio status temporaneo, rassegno le dimissioni da Presidente con l'augurio con tale gesto di dare nuovo impulso all'attività del Consiglio, favorendo l'innesto di altre energie che scongiurino diverse ipotesi di assoluto danno per l'avvocatura sammaritata. Questo è il mio auspicio ed il mio intendimento", conclude.