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"Non si può morire di lavoro": dura la Cgil dopo la 'morte bianca'

I vertici provinciali del sindacato e della Fiom: "Deve essere previsto un piano di assunzioni straordinario presso l'Ispettorato del lavoro, che in questa provincia ha un organico non sufficiente a garantire i controlli e ad intervenire sul rispetto delle norme"

"Non si può morire di lavoro", lo dichiarano la Segretaria generale della CGIL Caserta, Sonia Oliviero, e il Segretario generale della Fiom CGIL Caserta, Francesco Percuoco, dopo la notizia drammatica, dell'ennesimo incidente mortale su un luogo di lavoro, accaduto ieri sera (martedì 5 settembre) nello stabilimento della Comet Sud, a Marcianise, in cui ha perso la vita un operaio di 51 anni, Giuseppe Borrelli.

"Va alzata l’attenzione sulle misure di prevenzione e protezione e sul rispetto della normativa perché un lavoratore, una lavoratrice che esce di casa per andare a lavorare ha il diritto di tornarci e non si può immaginare, ancora oggi, di morire di lavoro. La vita delle persone è valore collettivo, oltre ogni profitto. Le condizioni e la qualità del lavoro - dichiarano congiuntamente Oliviero e Percuoco - devono essere precondizioni per garantire la salute e la sicurezza. Devono essere eliminati gli infortuni e va garantito il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori. Ma, soprattutto, va rispettata la dignità delle persone e la prevenzione deve essere la direttrice principale da perseguire. Deve essere previsto un piano di assunzioni straordinario, presso l'Ispettorato del lavoro, che in questa provincia ha un organico assolutamente non sufficiente a garantire i controlli e ad intervenire sul rispetto delle norme".

Sonia Oliviero aggiunge: "È necessario che venga garantita una reale e concreta partecipazione dei lavoratori e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e quindi una consapevolezza dei problemi e una capacità di percezione. Questo è possibile a partire da una capillare diffusione di formazione e di informazione di qualità".

Gli fa eco Francesco Percuoco: "Gli Rls sono i rappresentanti della sicurezza per i lavoratori, che vengono eletti ogni 3 anni, e devono essere messi nella condizione di vigilare maggiormente sulla salute e sicurezza in azienda e devono, pertanto, liberamente poter contattare e confrontarsi con gli organi preposti. Abbiamo invece, in molti casi, riscontrato che in alcune aziende gli Rls vengono percepiti come un intralcio alla produzione e alcune aziende fanno di tutto per evitare che i lavoratori si iscrivano al sindacato, attraverso anche un ricatto occupazionale. Tutto ciò non è più tollerabile!".

Quindi concludono: "É evidente che quest'emergenza non è adeguatamente presa in considerazione dalla politica, dal governo e neanche dalle stesse imprese. Non è un fenomeno inevitabile, non ci si può assuefare alla strage, vanno fatti interventi seri e mirati per fermarla e per restituire la giusta dignità alle lavoratrici e ai lavoratori e alle loro famiglie. Restiamo in attesa delle indagini, che individueranno i responsabili di questa ennesima tragedia e ci stringiamo al dolore della famiglia, rendendoci disponibili fin da subito a qualsiasi supporto o azione si renda necessaria". 

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