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Domenica, 28 Aprile 2024
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Brucellosi in calo nel casertano: abbattimenti dimezzati rispetto al 2021

Il vertice della cabina di monitoraggio del piano per l'eradicazione della zoonosi

Meno casi di brucellosi tra le bufale del casertano, dal 18,71% all'11,5% dei capi, ed abbattimenti dimezzati, da 12mila capi del 2021 a 6mila del 2023. Sono questi alcuni dei numeri diramati nel corso dell'ultima riunione di monitoraggio del Piano di eradicazione delle zoonosi.

Il vertice

Al vertice hanno preso parte il Ministero della Salute – Direzione Generale di Sanità Animale, il Ministero della Sovranità Alimentare, il Commissario Straordinario, il Servizio Veterinario della Regione Campania, l’I.Z.S.M. di Portici, il Dipartimento di Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, i Veterinari dell’Asl di Caserta, l’I.Z.S. di Teramo (centro di referenza nazionale per le brucellosi) e l’I.Z.S. di Brescia (centro di referenza nazionale per la tubercolosi). Durante il briefing, nel corso del quale il Ministero della Sanità ha pienamente concordato con le linee adottate dai soggetti attuatori del Piano, c’è stato un proficuo scambio di esperienze e valutazioni, finalizzate alla continua calibrazione delle misure applicate in relazione al contesto epidemiologico.

I dati

Nel 2021, è emerso nel corso dell'incontro, la prevalenza di brucellosi bufalina rilevata in provincia di Caserta era del 18,71%, mentre la consistenza dei capi 189mila unità circa. I dati di oggi indicano che i comuni “cluster d’infezione” sono passati da 7 a 5, la prevalenza è scesa all’11,5% (-7,21%) e gli animali presenti nel medesimo territorio sono 184mila (-2,65%). Gli abbattimenti sono passati da 12mila circa nel corso del 2021, pari al 6,34% di tutte le bufale presenti negli allevamenti Casertani, a 6mila nel 2023, che rappresentano solo il 3% circa del patrimonio bufalino della provincia, con un 50% in meno di abbattimenti rispetto al 2021. "Prosegue senza sosta la campagna vaccinale, che il Commissario Straordinario ha inteso mantenere anche nei comuni “ex cluster”, allo scopo di massimizzare tale profilassi", si legge in una nota.

Il front office per gli allevatori

Per quel che concerne il front office, "tutti gli allevatori bufalini, che hanno chiesto di interloquire con il personale dell’ufficio del Commissario Straordinario, sono stati ricevuti entro le 24 ore successive e, spesso, raggiunti direttamente in azienda. Ogni allevatore sa di potersi rivolgere sempre allo Sportello del Commissario Straordinario, che, come affermato più volte, è doverosamente disponibile all’ascolto di chiunque, per l’esame di problematiche e istanze varie. Centinaia di criticità, singole o collettive, sono state affrontate e superate, grazie al sinergico confronto, incessante e costruttivo, con le Associazioni agricole, in particolare Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Cia", si legge ancora.

La ricerca

Sempre nell'ottica della prevenzione "nel breve termine - prosegue - sarà attivato un nuovo progetto di ricerca scientifica, già in fase di valutazione da parte dell’I.Z.S. di Teramo, per la messa a punto di un vaccino da somministrarsi anche agli animali adulti, per ridurre i casi di aborti bufalini, vere e proprie “bombe epidemiologiche” e molto spesso provocati proprio dalla brucella".

La questione liquami

Il vertice ha rappresentato l'occasione anche per fare il punto sulla pulizia straordinaria dei canali di bonifica, talvolta utilizzati per lo sversamento illecito di letame. "Un’ulteriore iniziativa riguarderà la raccolta straordinaria dei rifiuti abbandonati all’interno del reticolo idrografico casertano, composto da oltre 2000 Km di canali, in modo da consentire il corretto deflusso idraulico, limitare i casi di allagamento e, conseguentemente, arginare la diffusione della brucella, con auspicabili riflessi sulla sicurezza dei cittadini e delle aziende agro-zootecniche. Infine, sono allo studio nuove soluzioni tecnologiche in grado di inattivare gli agenti patogeni ed i nitrati ammoniacali presenti nei letami. Il progetto è quello di trattare, gratuitamente, gli effluenti prodotti dagli allevamenti in cui sono presenti animali infetti da brucella, limitando significativamente il rischio epidemiologico, mediante conferimenti presso appositi impianti biodigestori in fase di ultimazione. L’obiettivo è anche quello di trattare, allo stesso modo, la gran parte dei restanti reflui bufalini, per rendere ecosostenibile tutto il comparto e rilanciare l’intera filiera, importantissimo e peculiare patrimonio imprenditoriale, agroalimentare e culturale della Regione Campania", concludono.

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