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Mini lockdown da Natale a Capodanno: l'ipotesi sul tavolo del premier Conte

Oggi faccia a faccia coi capidelegazione della maggioranza per decidere

Un mini lockdown per le festività natalizie, anche se resta ancora il dubbio se “definirlo” dentro i contorni dei giorni più a rischio (Natale, Santo Stefano e Capodanno) oppure ampliarlo a tutti i giorni fino al primo gennaio. E’ su questo che è in corso una riflessione da parte del premier Giuseppe Conte. La nuova stretta, anticipata ieri mentre si discuteva degli spostamenti tra i comuni e che potrebbe essere invece "a singhiozzo" (ovvero suddifiso in brevi periodi a ridosso delle feste), è stata annunciata durante la riunione dei capodelegazione dopo che i numeri degli ultimi bollettini della Protezione Civile hanno certificato il rallentamento della discesa; in più, spaventano le immagini degli assembramenti nelle vie dello shopping nelle grandi città. E c'è anche chi ipotizza direttamente un lockdown hard a Natale. In caso di aumento dei contagi saranno inevitabili misure adeguate, proporzionali ai contagi. C'è chi avverte che il momento di agire non può essere procrastinato: il timore che il sistema a zone colorate porti ad aperture troppo precoci esiste. E secondo il governo va scongiurato. Mentre c'è chi trova l'idea “surreale”.

Un nuovo Dpcm per l'Italia zona rossa da Natale a Capodanno

Oggi per per il punto della situazione si vedranno i capidelegazione della maggioranza con gli esperti del Comitato tecnico scientifico e i ministri Luciana Lamorgese (interni), Francesco Boccia (Affari regionali) ed Alfonso Bonafede (Giustizia). Sul tavolo del governo ci sono tre scenari: portare l'Italia in zona rossa o arancione per otto giorni dal 24 dicembre al primo gennaio, oppure nei giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre - 2 gennaio e dal 5 al 7 gennaio, oppure direttamente dal 24 dicembre al 7 gennaio). E lo strumento per il mini-lockdown di Natale, ha scritto l'agenzia di stampa Ansa, sarà un nuovo decreto ministeriale che contemporaneamente potrebbe recepire anche la famosa deroga agli spostamenti nei piccoli comuni sotto i cinquemila o i quindicimila abitanti su base territoriale. Sul tavolo dell'esecutivo ci sono allo studio: interventi per fermare gli assembramenti nelle vie dello shopping e nei centri delle grandi città attraverso maggiori controlli; chiusure anticipate degli esercizi commerciali; coprifuoco potenziato con la stretta su bar e ristoranti, e limitazioni agli spostamenti tra regioni (che si interromperanno già dal 21 per effetto del Dpcm 3 dicembre) e all'interno dei territori. Insieme, il governo dovrebbe consentire di uscire dai comuni al di sotto dei 5mila abitanti con un limite di raggio d'azione chilometrico (si parla di 20 o 30 chilometri) attraverso una mozione di maggioranza che verrebbe discussa e approvata mercoledì in Senato bocciando quella del centrodestra che invece punta a far saltare il blocco per tutti i comuni. Viene quindi data per acquisita la scelta di consentire una possibilità di spostamento il 25, 26 dicembre e l'1 gennaio fuori dal territorio comunale, a chi abiti nelle cittadini più piccole.  L'obiettivo - spiega una fonte di governo all'agenzia di stampa Agi - è applicare il modello Merkel, che ha evocato un lockdown duro presentando misure anti-Covid più stringenti in vigore dal 16 dicembre. Sulla linea rigorista soprattutto i ministri Boccia e Franceschini ma anche il premier Conte e le altre forze politiche della maggioranza. L'eventualità di estendere le misure ora applicate per le zone rosse e arancioni anche alle regioni gialle nei giorni critici sul modello Merkel porterebbe quindi ad una stretta in primo luogo sui negozi e poi sulla libertà di movimento per scongiurare il rischio della terza ondata che ieri è stato prefigurato dall'Istituto Superiore di Sanità dopo le festività. 

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