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No dai giudici alla scuola nel Macrico: "Progetto non approvato in Consiglio"

Necessario il passaggio in assise per l'approvazione della variante con imposizione del vincolo per l'esproprio. Del Gaudio: "Area diventi l'Hyde Park casertano"

Senza una variante urbanistica approvata dal Consiglio Comunale il Macrico non può essere espropriato né si può realizzare al suo interno una scuola. Lo hanno evidenziato i giudici del Tar che hanno dichiarato inammissibile per carenza di interesse un ricorso presentato dall'Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero, costituutosi in giudizio con l'avvocato amministrativista Paolo Centore, che aveva impugnato la delibera della giunta comunale con cui era stato approvato un progetto di fattibilità tecnica per la realizzazione di una scuola all'interno dell'ex area militare di via Unità Italiana.

Nel documento approvato dall'esecutivo cittadino veniva ribadito come per la realizzazione di una scuola nell'ex Macrico - catalogato come zona F, cioè ad uso pubblico - fosse necessaria una variante allo strumento urbanistico in vigore - il Prg del 1987 - da parte del Consiglio Comunale con conseguente imposizione del vincolo preordinato all'esproprio per la somma di 500mila euro.

Per il Tar, non essendosi poi concretizzata tale evenienza (il progetto di fattibilità non è mai passato per il Consiglio Comunale), il provvedimento della giunta è privo di una "immediata incidenza" in quanto è condizionato "all’approvazione, da parte del Consiglio Comunale, delle norme di piano funzionali alla realizzazione dell’opera e tanto mediante adozione di apposita variante urbanistica o di una specifica disposizione del Puc in corso di approvazione".

Secondo l'argomentazione dei giudici amministrativi "non essendo avvenuta l’adozione di tali atti di pianificazione, il progetto di fattibilità assume una connotazione assolutamente preliminare e programmatica ed è, quindi, privo di qualsivoglia lesività concreta nei confronti della parte ricorrente".

Intanto, con l'insediamento del vescovo Pietro Lagnese e la nomina di don Antonello Giannotti alla guida dell'Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero il Macrico è tornato al centro dei riflettori. "In queste ore sulla vicenda Macrico si è fatto un sostanziale passo in avanti grazie all’intervento decisivo di una guida forte della città come don Antonello Giannotti. Il passaggio dell’area alla Curia, la decisione dell’Istituto per il sostentamento del clero di aprire il Macrico alla città, costituiscono elementi nuovi nel dibattito sull’area. Le istituzioni, in questo momento, hanno il dovere di seguire questo solco che hanno tracciato il vescovo monsignor Lagnese e Don Antonello elevando il dibattito e discutendo su quale debba essere il futuro dell’area. Ingolfare la discussione con elementi acquisiti con atti ufficiali, come fanno alcuni comitati che parlano, in modo stucchevole e demagogico, di zona verde e parco urbano non fa il bene della città. La delibera 41 del 2014 approvata all’unanimità dal mio consiglio comunale sancisce che il Macrico sarà parco urbano con classificazione F2, non c’è più bisogno di ribadire quello che è un dato acquisito e ribadito nel preliminare di Puc. E’ necessario, invece, andare oltre e gettare le basi affinché l’area possa essere un attrattore turistico ed economico: un Hyde Park in salsa casertana capace di richiamare visitatori e portare sviluppo. Per farlo è necessario, chiaramente, che si sviluppi un’interlocuzione seria tra consiglio comunale, curia, università e tutti le istituzioni del territorio. Il nostro compito di amministratori deve essere quello di assecondare questo processo accompagnando la nuova stagione che la chiesa casertana ha inaugurato con monsignor Pietro Lagnese e Don Antonello", dichiara il consigliere comunale di CasrtiAmo Pio Del Gaudio.

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