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Domenica, 28 Aprile 2024
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Sei lavoratori licenziati dal sindacato: "Tuteleremo nelle sedi giudiziarie i nostri diritti"

Lettera ai vertici nazionali di Cgil, Cisl e Uil per dirimere la questione. Nei giorni scorsi sit in davanti alla Prefettura e incontro col viceprefetto

Licenziati i 6 dipendenti dell'associazione Prevenzione e Sicurezza Edile di Caserta, ad emanazione sindacale di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, che da circa 20 anni si occupava di sicurezza nei cantieri edili.

Un licenziamento, da parte del liquidatore, ritenuto ingiusto da parte dei lavoratori, che hanno anche chiesto un incontro ai vertici nazionali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil al fine di rendere nota la situazione da parte dei licenziati Rossella Borrelli, Filomena Di Fonzo, Rocco Di Resta, Ornella Diomaiuti, Giuseppe Maesano e Carmine Varone. A fare il punto è Rossella Borrella: "Sono una dei sei lavoratori che si è vista recapitare a  mezzo mail, nemmeno certificata tra l'altro, la lettera di licenziamento a seguito dello scioglimento dell'associazione. Questa associazione ad oggi vantava un bilancio positivo di circa 800.000 euro e un incremento di cantieri sul territorio abbastanza elevato. Ragion per cui, quale sarebbe la motivazione di questi licenziamenti, fatti tra l'altro, dal sindacato? Per più di un anno e mezzo abbiamo chiesto incontri di chiarimento e trattativa con i rappresentanti sindacali che però non sono mai stati disponibili ad intavolare una discussione con i lavoratori".

E ancora: "Ho militato per anni in Cgil, appena ho posto questo problema politico, a tutti i livelli, provinciale, regionale nella persona di Vincenzo Maio, segretario regionale Fillea CGIL, e nazionale nella persona di Alessandro Genovesi, segretario nazionale della Fillea Cgil, ho avuto problemi di ogni tipo, fino ad essere cacciata definitivamente da tutti gli organismi dirigenziali".

Nella lettera inviata ai vertici regionali dei sindacati i 6 hanno evidenziato: "Tuteleremo nelle sedi giudiziarie i nostri diritti, non solo reagendo al licenziamento che riteniamo immotivato, ma anche rivendicando le spettanze non corrisposte ed il nostro diritto al risarcimento dei danni per tutte le pressioni psicologiche e le angherie patite per mano dei dirigenti dell'associazione, in particolar modo nell’ultimo decennio, inaspritosi in modo insopportabile negli ultimi due anni. Abbiamo allora chiesto di intavolare una discussione, immaginando che almeno questo diritto ci fosse concesso; non abbiamo mai ricevuto risposte, ma esclusivamente intimidazioni, come una paventata azione disciplinare sostanziatisi nell'avvio di un procedimento disciplinare a cui, dopo le nostre giustificazioni puntualmente fornite, non ha fatto seguito alcun provvedimento, né di archiviazione né di applicazione di eventuali sanzioni". 

E ancora: "Abbiamo richiesto la copia di alcuni documenti relativi all’associazione, rivolgendoci ad un legale, ma tale azione è stata considerata come offensiva, per cui non solo la richiesta di documenti non ha mai avuto risposta, ma il presidente dell’associazione addirittura ci faceva passare il messaggio che questa semplice azione di chiedere documenti attraverso un legale fosse una sorta di lesa maestà non accettabile e meritevole di ulteriori ritorsioni. Qualcuno di noi ha provato a rivolgersi ai vertici nazionali della categoria, ricevendo in cambio un invito a non creare problemi, con la garanzia di ricevere, in cambio, una tutela della propria posizione personale, a scapito degli altri lavoratori, in plateale negazione del ruolo e dell’essenza del sindacato".

Infine un'accusa al ruolo stesso del sindacato: "Il sindacato ha tradito se stesso, buttando per strada da un giorno all’altro sei lavoratori. La cosa più grave è che lo ha fatto senza nessun confronto, senza valutare ipotesi alternative, senza farsi carico della necessità di garantire il futuro a persone che, per la loro età, hanno scarsissime prospettive di reinserimento lavorativo. La questione non è solo personale, ma attiene al ruolo stesso del sindacato ed a ciò che è diventato, soprattutto nella nostra categoria, ed è questo il motivo che ci spinge a rivolgere questo appello".

I 6 concludono con un interrogativo rivolto al sindacato: "Con quale credibilità il sindacatosi siederà ad un tavolo di trattativa con un datore di lavoro rivendicando gradualità e ponderazione delle decisioni espulsive, e con quale credibilità si porrà come argine al potere datoriale e come baluardo dei lavoratori, se ha trattato i propri lavoratori come carta straccia, violando ogni regola elementare di salvaguardia dei loro diritti?".

La lettera è stata inviata circa una settimana fa e si attende una risposta dai vertici dei sindacati. Nel frattempo, qualche giorno fa, i lavoratori hanno organizzato un sit in davanti alla Prefettura di Caserta e sono stati accolti dal viceprefetto, a cui hanno spiegato la situazione e fornito documentazione, con la speranza che l'ufficio di governo possa attivarsi per fare luce sulla vicenda e tutelare i lavoratori licenziati. 

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