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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Mozzarella, carciofi, vino e olio: il Giro d'Italia esalta le eccellenze casertane

Venerdì la settima tappa con partenza da Capua: la corsa rosa toccherà anche Calvi Risorta e Vairano Scalo

Il Giro d'Italia del 2023 abbraccia la provincia di Caserta. La settima tappa partirà infatti da Capua venerdì 12 maggio. Il presidente della Pro loco di Capua Davide del Pozzo insieme all’assessore agli eventi del Comune di Capua Vincenzo Corcione si sono recati nelle settimane scorse a Milano per firmare la convenzione per la partenza della tappa dalla cittadina in Provincia di Caserta.

Quella che partirà da Capua sarà una delle tappe più impegnative, caratterizzata da una lunghezza di 218 km con un dislivello di 4mila metri. L’arrivo sarà a Campo Imperatore sul Gran Sasso d’Italia (2135 m), il secondo arrivo in salita del Giro e primo sopra i 2000 metri.

Dopo la partenza da Capua i ciclisti transiteranno da Calvi Risorta e Vairano Scalo per poi dirigersi verso la salita classica di Roccaraso ed il Piano delle Cinque Miglia. Poi lunghissima discesa fino ai piedi del Gran Sasso. Infine l’interminabile salita fino a Campo Imperatore, quasi 45 km, spezzata da un falsopiano.

Questo il percorso ufficiale della settima tappa del Giro d’Italia 2023, una tappa molto selettiva e dedicata agli scalatori. Come sempre, le tappe di montagna del Giro sono quelle che fanno segnare il maggior numero di ascolti televisivi.

Le eccellenze esaltate dal Giro d'Italia

Sul sito ufficiale del Giro d'Italia vengono esaltati i prodotti tipici della provincia di Caserta e di Capua. 

MOZZARELLA

La mozzarella di bufala campana è l’unica mozzarella prodotta esclusivamente con latte di bufala. Mozzarella deriva dalla parola “mozzare”: modellare con le mani un pezzo di pasta filata per poi tagliare le singole parti, dando loro una forma arrotondata. Grazie all’impegno del consorzio di tutela nel 1996 ha ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP). Nel 18° secolo, Ferdinando IV di Borbone creò il primo caseificio sperimentale della storia, nella tenuta di Carditello. Tutti i caseifici presenti sul nostro territorio hanno raggiunto gli standard qualitativi per ricevere il marchio DOP.

MELONE CAPUANELLO

Una varietà di melone, un tempo coltivata in tutte le campagne del casertano, conosciuta anche come “Melone d’inverno” o “Melone di Natale”. Primizia dolcissima, grazie a qualche imprenditore capuano è scampato all’estinzione.

CARCIOFO CAPUANELLA

Le prime testimonianze di Carciofo Capuanella, peculiare nella tenerezza delle sue foglie e del suo cuore, risalgono all’epoca Borbonica; mentre il suo maggiore sviluppo di produzione è dovuto alle bonifiche agrarie degli anni ‘30 del 1900. Oggi viene coltivato nella zona di Porta Roma da poche imprese a conduzione familiare.

OLIO DI CORNIOLA

Nella seconda metà del 1900, la coltivazione della varietà “Corniola Olivastra” fu abbandonata. Fortunatamente, un’azienda locale, i cui terreni sono immersi nell’antichissima piana del Volturno, ha svolto un meticoloso lavoro di tutela e recupero della qualità autoctona “Corniola”. Il pregiato olio E.V.O. biologico, ricco di polifenoli, è tornato al centro delle eccellenze campane.

FORMAGGIO CAPOTEMPO

Il “Capotempo di Capua” è un formaggio di latte vaccino a pasta semidura, con crosta fiorita, che, dopo la stagionatura, viene bagnato con il vino Pallagrello bianco. Era un formaggio servito alla corte dei Borboni, la cui prima traccia storica risale al 1796 nel “Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli”. Grazie al lavoro di studi di un imprenditore capuano, questo formaggio reale è oggi presente in molte ricette campane.

Il territorio denominato “Campania Felix”, di cui l’antica Capua faceva parte, vanta diverse aziende biologiche dedite alla produzione di olio, conserve, succhi, frutta fresca e piante ortive, a cui si sono poi aggiunte attività didattiche e di agriturismo a impatto zero. Grazie all’attenzione nel territorio è rinata l’attività apistica, utile sia a preservare le api che alla produzione artigianale di miele e derivati. Una chef stellata della provincia ha intitolato un menù degustazione “Matres”, in onore della collezione di oltre 130 statue di Matres Matutae presenti al Museo Campano di Capua.

VINO CASAVECCHIA

Il “Casavecchia” è un vitigno misterioso, con caratteristiche molto originali. L’unico legame con l’antica viticoltura campana è l’ipotesi che il “Trebulanum” decantato da Plinio il Vecchio possa essere proprio il “Casavecchia”. Questo vino di grande struttura e intenso colore rosso ha una notevole predisposizione all’invecchiamento.

VINO PALLAGRELLO

Il vino “Pallagrello” bianco è uno dei vini autoctoni capuani. Ne esiste una varietà a bacca nera; ha grappoli piccoli e sferici e viene chiamato in dialetto li pallarell, cioè piccola palla. La sua origine risale alla colonizzazione greca; la sua coltura è stata proseguita dai romani. Questo vino è prodotto nel nostro territorio da aziende locali e moderne, ma con l’intento di rinsaldare il legame con il passato e con la terra.

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