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Nel casertano 1156 reati riguardanti i rifiuti, demolizioni degli abusi al ralenti

Il dossier Ecomafia presentato a Succivo da Legambiente

Negli ultimi 5 anni in provincia di Caserta sono stati commessi 1156 reati riguardanti il ciclo dei rifiuti con 956 persone denunciate. 

Il dossier di Legambiente

Emerge dal "Rapporto Ecomafia" di Legambiente presentato al Casale di Teverolaccio, a Succivo. Alla presentazione sono intervenuti  il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, il presidente della Commissione parlamentare Ecomafia, Jacopo Morrone, Federico Cafiero de Raho, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, Antonio Ricci, procuratore aggiunto della Procura di Napoli, Maria Antonietta Troncone, procuratore della Repubblica della Procura di Napoli Nord, Mario Morcone, assessore alla Sicurezza, Legalità a Immigrazione della Regione Campania, Ciro Silvestro, viceprefetto incaricato per la "Terra dei fuochi", il comandante del Gruppo Carabinieri Tutela ambientale e sicurezza energetica di Napoli, tenente colonnello Pasquale Starace. 

In Campania 23mila reati ambientali in 5 anni

"Negli ultimi cinque anni in Campania sono 23.037 i reati contro l'ambiente, con 20.543 persone denunciate, 183 persone arrestate e 7.888 sequestri effettuati. La maggior parte dei reati sono concentrati nella provincia di Napoli e Salerno, in particolar modo in questi ultimi cinque anni, il 32% dei reati contro l'ambiente pari 7.399 sono concentrati nell'area metropolitana napoletana mentre il 18% pari 4.227 nella provincia salernitana". 

In questi anni, spiega l'associazione ambientalista, "a spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati circa 80 clan attivi in tutte le filiere analizzate da Legambiente: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell'economia circolare - dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - I numeri e le storie raccolte nel rapporto confermano il lavoro importante svolto da forze dell'ordine, Capitanerie di porto, enti di controllo e magistratura. E dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Le ecomafie continuano ad affondare le loro radici nell'ambiente, spinte da interessi trasversali in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale, economica e organizzata in un triangolo perfetto. È urgente affiancare alla risposta giudiziaria, una risposta politica-istituzionale ancora troppo carente. Siamo ancora in attesa che inizi concretamente con tempi e regole certe la bonifica del territorio, di azioni concrete per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti che fermino quei "tour" che da sempre alimentano le ecomafie. Così come siamo in attesa delle ruspe per abbattere il cemento illegale, una delle ferite aperte della nostra regione alimentata da una classe politica che continua a proporre condoni per meri calcoli elettorali o perché, in molti casi, è direttamente coinvolta in questi fenomeni". 

I reati sul ciclo dei rifiuti

Come dimostrano i dati dei reati degli ultimi cinque anni, sottolinea Legambiente, "il ciclo dei rifiuti resta il settore maggiormente interessato dai fenomeni più gravi di criminalità ambientale: dal 2018 sono 8.461 i reati contestati, con 8.307 persone denunciate, 118 arresti e 4.343 sequestri. La Provincia di Napoli con 2.308 reati e 2.629 persone denunciate risulta la provincia più colpita, seguita dalla Provincia di Caserta con 1.156 reati, e 956 persone denunciate. La Campania continua a bruciare di rifiuti. Dal primo censimento avviato da Legambiente nel 2013 al 30 aprile 2023 gli incendi ai vari tipi di impianti di gestione di rifiuti in Campania sono stati 177, seconda regione d'Italia dopo la Sicilia".

Abusi edilizi: solo il 13% vengono abbattuti

La Campania, poi, "si conferma capitale del cemento connection con 7.360 reati accertati dal 2018 con 7.694 persone denunciate, 33 persone arrestate e 1554 sequestri effettuati. La provincia di Avellino con 1.922 reati, 1.934 persone denunciate si conferma in testa alla classifica provinciale, seguita da quelle di Napoli con 1.702 reati e Salerno (1.491).  

In Campania, dal 2004 al 2022, il numero delle demolizioni eseguite è del 13,1% (pari a 3.107) dei 23.635 immobili abusivi per i quali è stato stabilito l'abbattimento da parte dei 110 Comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico promosso da Legambiente, pari al 20% del campione totale. Secondo l'ultimo rapporto sul BES (Benessere Equo e Sostenibile) dell'Istat, secondo le stime elaborate in collaborazione con il Cresme, la situazione in Campania rimane "insostenibile", con 50,4 abitazioni costruite illegalmente ogni 100 realizzate nel rispetto delle regole.

La provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai comuni del suo territorio è quella di Benevento (32%) con 462 ordinanze emesse e 148 demolizioni eseguite, segue provincia di Avellino con 1.695 ordinanze di demolizioni emesse e 516 eseguite pari al 30,4%. Salerno con 4.864 ordinanze e 686 eseguite (14,1%). Chiudono Caserta con 887 ordinanze di demolizioni e 116 eseguite (13,1%) e la Provincia di Napoli con 15.727 ordinanze e solo 1641 eseguiti pari al 10,4%. 

La commissione

"Stamattina la Commissione Bicamerale Ecomafie è tornata in missione nella nostra Provincia. L'occasione è stata la presentazione da parte di Legambiemte del Rapporto Ecomafie 2023, focalizzato sui dati della Campania, presso il Casale di Teverolaccio a Succivo, dove opera da anni la Cooperativa Sociale Terra Felix. È stato un momento importante per capire a che punto è lo stato dell'arte in materia di reati ambientali e di contrasto alla criminalità organizzata I dati ci dicono che la direzione intrapresa è quella giusta, anche se non possiamo certi dirci soddisfatti nè tantomeno possiamo dare per superata la questione. Anzi. Al netto di una sinergica azione congiunta tra lo Stato, la Magistratura e le Forze dell'ordine, resta la triste realtà che Caserta si conferma tra le Province a maggior infiltrazione camorristica nel settore dell'Ecomafia e degli ecoreati. Con una tendenza preoccupante che ci vede cuore pulsante di un sistema ecocriminale che parte da qui e si va ramificando in svariate Regioni italiane, arrivando  a sconfinare in diversi Paesi Europei. Una situazione che non ci può vedere inerti e silenti. L'impegno è a contrastare con ogni mezzo la camorra e la criminalità organizzata, a tutelare le nostre terre e a sostenere Terra Felix e tutte quelle associazioni che non smettono di combattere per restituirci una Provincia migliore". Lo dichiara Gimmi Cangiano, deputato casertano e vicepresidente della Commissione Ecomafie.

“Una testimonianza di sostegno e vicinanza a chi quotidianamente combatte in un territorio così difficile”. Questo il commento del parlamentare Jacopo Morrone, presidente della ‘Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari’, che oggi è intervenuto alla presentazione del Rapporto Ecomafie 2023, a cura di Legambiente. “Serve un impegno concreto di sensibilizzazione - ha affermato Morrone - perché il territorio campano diventi un luogo sicuro per tutti. Il report di Legambiente conferma purtroppo che la regione Campania è fra quelle ai vertici per numero di reati contro l’ambiente: l’auspicio è che ci sia uno sforzo collettivo per invertire questa situazione e perché anche qui il rifiuto diventi una risorsa per l’intera comunità e non un profitto solo per la criminalità con danni incommensurabili all’ambiente, all’economia e alla salute degli abitanti. Sono certamente necessari, a questo proposito, - ha concluso - interventi per inasprire le pene e per dotare inquirenti e forze dell’ordine di strumenti più avanzati e efficaci per contrastare le ecomafie”.

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