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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Debito per il servizio pulizie negli uffici: nuova istanza in Tribunale

L'Ente ha pagato dopo la sentenza del Consiglio di Stato ma non ha versato gli interessi. Nominato un legale per un parere ai giudici

Interessi non pagati. Per questo motivo il Comune di Caserta ha conferito incarico al legale Lucio Perone per la predisposizione di un ricorso al Consiglio di Stato per la corretta esecuzione della sentenza che ha riconosciuto il pagamento di 178mila euro oltre interessi al consorzio Cem che si occupa del servizio di pulizia negli ambienti di lavoro comunali.

La vertenza ha inizio nel 2010 quando il Consorzio Cem ottiene dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere l'emissione di un decreto ingiuntivo per fatture non pagate - relativamente agli anni 2009 e parte del 2010 - per 740mila euro. Nel 2011 con la dichiarazione di dissesto (il primo dichiarato dall'Ente) il consorzio chiedeva l'ammissione alla massa passiva della somma residua di 357mila euro oltre che per altre fatture non pagate per complessivi 1 milione e 122mila euro. Il Comune offrì 448mila euro, pari al 40% della somma ammessa. 

Offerta rifiutata dal Consorzio che si è rivolto al Tar. In prima istanza il ricorso era stato dichiarato inammissibile. Il Consiglio di Stato, nel febbraio 2022, ha, però, disposto l'ammissione per il 50% delle somme già accantonate per il primo dissesto comunale per le quali era ancora pendente il decreto ingiuntivo. Insomma, la metà dei 357mila euro (circa 178mila euro). Somma liquidata dal Comune che però non ha pagato gli interessi "non ritenendoli di competenza della gestione liquidatoria ma dell’Ente, divenuti esigibili alla chiusura del primo dissesto". 

"Tenuto conto della novità della questione - si legge nella determina - legata al fatto che il credito, in parte è di competenza del dissesto ed in parte rimane a carico dell’Ente per il 50% (accompagnato da un vincolo di destinazione per le somme accantonate dal primo dissesto comunale) e vista la nomina del Commissario ad Acta (il viceprefetto Lubrano nda)" il comune ha chiesto chiarimenti con un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, "teso ad avere indicazioni, ai fini della corretta esecuzione della sentenza". 

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