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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La Corte dei Conti boccia il 'patto' con Agrorinasce

Per la magistratura contabile "non vi è una motivazione analitica che sorregge l’atto che si propone di approvare"

La Corte dei Conti, Sezione Regionale di controllo per la Regione Campania, ha espresso parere negativo in ordine all’acquisto della partecipazione da parte del comune di Capua alla società consortile a responsabilità limitata Agrorinasce. La partecipazione alla società consortile avviene mediante versamento al fondo patrimoniale, da parte del Comune, di una quota di 20mila euro e all’adesione ai fini statutari.

Il sindaco Villani aveva con propria nota dell'8 febbraio 2023 chiesto alla società Agrorinasce la disponibilità ad includere nella propria compagine societaria il comune di Capua; nella delibera di consiglio comunale, stando al parere dell’Ente, la gestione in house garantisce convenienza economica e sostenibilità finanziaria, in quanto risponde ai principi di economicità, efficienza ed efficacia mentre gestire in proprio i predetti servizi rileverebbe non sempre pienamente efficace, a causa delle difficoltà della struttura amministrativa, sia qualitativa che quantitativa, di assicurare con la tempestività e la continuità necessarie le attività progettuali essenziali per intercettare tutte le eventuali linee di finanziamento possibili.

La Corte dei Conti ha analizzato la deliberazione del Consiglio Comunale, verificando che il provvedimento dell’amministrazione contenesse requisiti essenziali che giustificassero la partecipazione in house. Nello specifico “un’analitica motivazione in ordine alla necessità di ingresso nella società per il perseguimento delle finalità istituzionali”; ancora che fossero “argomentate le ragioni e le finalità che giustificano la scelta, anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria, nonché di gestione diretta o esternalizzata del servizio affidato”; ancora “la compatibilità con i principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa”; ed in ultimo ma non per ultimo l’assenza di contrasto con le norme dei Trattati Europei e, in particolare con la disciplina europea in materia di aiuti di Stato.

La sentenza emessa dalla Corte dei Conti ha evidenziato nel dettaglio le ragioni poste a supporto della decisione votata dalla maggioranza consiliare, scardinando tutte le labili e fragilissime basi giustificative poste alla base dell’adozione del provvedimento, giungendo alla conclusione che nella deliberazione consiliare non vi è una motivazione analitica che sorregge l’atto che si propone di approvare; il Comune avrebbe dovuto motivare in modo dettagliato la necessità di tale operazione per il perseguimento dei suoi  fini istituzionali; manca una qualsivoglia valutazione attuale e prospettica, in merito agli elementi richiesti dalle norme; inoltre non appaiono dettagliate e delimitate le attività e i beni di cui s’intende affidare la gestione, talvolta sembra che riguardi l’intero patrimonio immobiliare”.

Durissimo il commento del consigliere di minoranza Fernando Brogna: “La sentenza della Corte dei Conti è una dichiarazione inequivocabile della incapacità amministrativa di questa Amministrazione di dilettanti allo sbaraglio, composta in  parte da inadeguati amministratori  che avevano provato già in modo lampante la propria inidoneità gestionale nelle due precedenti edizioni del centro sinistra. Una squadra di amministratori improvvisati, che non prende mai in considerazione i suggerimenti che questa minoranza consiliare propone e che non è stata capace di articolare bene nemmeno i presupposti di fatto e di diritto posti alla base delle sciagure amministrative che poi fanno ricadere sulla comunità. Nessuno di questa sgangherata Amministrazione comunale si è accorto che neppure un solo presupposto necessario all’adozione di un provvedimento di partecipazione del Comune in una società consortile era stato rispettato. Questa Amministrazione ha suggellato, con la bocciatura del suo atto, la prova inequivocabile di una palese inadeguatezza ad amministrare la cosa pubblica, senza dimenticare elementi di superbia e tracotante ignoranza di cui abbiamo avuto ampia prova in diverse  procedure. Veramente imbarazzate per Capua avere questa classe di amministratori”.

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