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Venerdì, 26 Aprile 2024
Attualità Marcianise

“Revocare l’ordinanza della chiusure”, 11 consiglieri inviano documento al sindaco

Lina Tartaglione e Raffaele Delli Curti firmano la richiesta con l’opposizione

L’ordinanza va subito ritirata. E’ la richiesta invitata al sindaco di Marcianise Antonello Velardi da 11 consiglieri comunali di opposizione. A firmare il documento sono stati Dario Abbate, Anna Arecchia, Raffaele Delle Curti, Paola Foglia, Raffaele Guerriero, Giuseppe Moretta, Antimo Rondello, Pasquale Salzillo, Alessandro Tartaglione, Antonio Tartaglione e Lina Tartaglione (quest’ultima, insieme a Delle Curti, si è già staccata dalla maggioranza di Velardi). Al centro della richiesta le ulteriori limitazioni previste dal sindaco con le chiusure alle ore 14 di bar, ristoranti e tabacchi e la serrata totale nel week end (anche i supermercati costretti a chiudere alle 14 del sabato).

“L’ordinanza sindacale numero 5 del 23 marzo, assunta a modificazione ed integrazione della precedente (cervellotica) ordinanza n. 4 emessa in modo maldestro dal primo cittadino tanto da giustificare la sua immediata revoca, prevede delle misure restrittive ulteriori e maggiormente gravose rispetto a quanto previsto in merito alla gestione dell’esercizio delle attività commerciali ritenute essenziali e non ex art. 3 DPCM 03.12.2020, ed a quanto previsto dall’ordinanza Regionale contingibile ed urgente istitutiva della zona rossa” scrivono i consiglieri.

Che evidenziano come “tale provvedimento sindacale sia esorbitante rispetto alle specifiche competenze previste in capo al sindaco, allorquando sulla stessa istituzione di “zona rossa” sono già vigenti ed operativi i provvedimenti normativi ed amministrativi già emanati, come di loro competenza, dal Governo nazionale e regionale, e rispetto ai quali ritengono non possano essere emessi atti sindacali locali, anche solo potenzialmente con gli stessi confliggenti, e che ingenerano inevitabile confusione e stato di incertezza nella cittadinanza”.

Per questo motivo chiedono "l’immediata revoca dell’ordinanza sindacale emessa dal Sindaco” non tralasciando di “evidenziare anche la contraddittorietà di alcune misure, certamente dovuta alla fretta ed alla urgenza con la quale è stata redatta l’ordinanza. Appare di tutta evidenza come tali ulteriori restrizioni, non previste dal DPCM nazionale attualmente vigente in materia di istituzione di zona rossa e dall’ordinanza contingibile regionale di cui sopra, si appalesano come non accettabili dai cittadini, in quanto possono contrastare, se non addirittura impedire, anche lo svolgimento di attività essenziali per la collettività e per la stessa salute pubblica. Questo anche alla luce della costante interpretazione dell’art. 50 del TUEL che ritiene tale potere esistente nella misura in cui vi sia l’acclarata mancanza di strumenti alternativi, previsti dall’ordinamento, per far fronte alla situazione imprevista o imprevedibile, stante l’eccezionalità del caso. Peraltro, è di palese evidenza come tali ulteriori restrizioni, di esclusiva promanazione sindacale, non si conciliano con le misure degli Organi competenti sopra citati, e che hanno già ampiamente individuato i limiti e le attività consentite all’interno di una zona qualificata come “rossa”, al fine di prevenire ulteriore diffusione del contagio”.

Per l’opposizione “il sindaco di Marcianise, a cui è attribuito il compito di sovraintendere il corpo di polizia municipale, ha omesso di esercitare il proprio ruolo di controllo sin dal suo insediamento e pertanto risulta essere il principale responsabile di quanto egli stesso ha denunciato in questi giorni. L’incapacità del Sindaco di Marcianise nel far rispettare i provvedimenti nazionali e regionali per contrastare la pandemia in corso non può trasformarsi in un ulteriore danno per i cittadini ed i commercianti di Marcianise”.

La revoca dell’ordinanza sindacale viene chiesta anche “al fine di scongiurare probabili ed imminenti iniziative giudiziarie, che aggraverebbero ancor più il generale stato di confusione e di incertezza che i cittadini già vivono, e per evitare prevedibili conflitti tra l’Amministrazione comunale e rappresentanze socio/economiche della città. Nella denegata ipotesi - concludono - in cui non si voglia aderire alla presente istanza, si chiede in subordine di ridiscutere termini e condizioni dell’ordinanza stessa onde addivenire ad una situazione “tollerabile” e rispettosa anche delle attività commerciali e terziarie".

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