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Biodigestore, il Comitato scrive alla Regione: "Piccoli impianti aerobici al posto dell'ecomostro"

Gli attivisti preparano il progetto preliminare per superare il diktat di Palazzo Santa Lucia sull'impianto da 40mila tonnellate

Il Comitato "Caserta grida No al Biodigestore anaerobico" scrive alla Regione e chiede di riconvertire il progetto per l'impianto da 40mila tonnellate di rifiuti organici l'anno, programmato per la zona Ponteselice (a 500 metri in linea d'aria dalla Reggia) in uno meno impattante con picoli e medi impianti e biocelle, compostiere di comunità, aerobiche che "risolverebbe nella maniera più totalizzante" il ciclo dei rifiuti organici "nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini". 

E' questa l'ultima richiesta - in ordine di tempo - del Comitato che ormai da 4 anni si batte contro la realizzazione dell'impianto nel Capoluogo. Una richiesta che arriva all'indomani delle dichiarazioni della Regione - sia del presidente Vincenzo De Luca sia del vice Fulvio Bonavitacola - che ha posto un vero e proprio aut aut sull'impianto: "Ponteselice o nulla". E le "rassicurazioni" a difesa dei residenti del Quartiere Acquaviva, a ridosso dell'impianto, del sindaco Carlo Marino restano eco da campagna elettorale. Passato il santo passata la festa: l'impianto s'ha da fare. 

Così il comitato tenta ancora la carta del dialogo presentando le proprie osservazioni in Regione ma ribadendo quello che rappresenta il denominatore comune di questi 4 anni di lotte: 'No al biodigestore in qualsiasi luogo di Caserta'. "Un digestore anaerobico trasforma il nostro rifiuto 'umido' in 'Rifiuto Pericoloso' per farne gas - spiega la presidente del Comitato Francesca Brizzi - L’ente idrico Campano dichiara che dall’esame della documentazione tecnica dello studio preliminare si evince che: 'lo scarto di lavorazione del Digestore - il digestato - verrà in parte conferito in fognatura e in  parte trasformato in rifiuto Speciale da smaltire'. Il tutto chiaramente non potrà mai essere recuperato in agricoltura.  Il danno per Caserta sarebbe senza eguali, fine delle colture, aria irrespirabile, inquinamento atmosferico e danni alla salute per tutti i cittadini. Tutto questo va in netto contrasto con i veri e saldi principi di economia circolare, infatti nella direttiva 851/2018/CE si prevede che il rifiuto sia avviato ad un processo di riutilizzo e riciclaggio tanto da chiudere il ciclo e trasformare davvero il nostro umido in humus/terra/fertilizzante che solo attraverso la sola lavorazione aerobica può avvenire. Per questo motivo abbiamo chiesto alla Regione Campania una conversione da insediamento industriale di 40mila tonnellate anaerobico ad un progetto aerobico  di 9mila tonnellate solo per il fabbisogno della città di Caserta fatto di tante, piccole, medie, grandi macchine di compostaggi aerobici e biocelle, il cui studio preliminare è stato da noi già avviato ed è disponibile a chiunque ne faccia richiesta e noi saremo ben disposti a spiegarne la fattibilità".

Sulla questione del biodigestore è intervenuto anche il Coasca - presieduto da Marcello Natale - che aveva avallato la decisione del Comune di dotarsi dell'impianto ma non a Ponteselice.  "Ad aprile 2018 in uno dei tanti incontri organizzati dal Coasca con i rappresentanti delle istituzioni, alle pressanti domande rivolte da tutte Associazioni del Coordinamento, il Sindaco di Caserta dichiarò di non poter riferire sul biodigestore in modo dettagliato in virtù del fatto che il giorno dopo questo argomento sarebbe stato trattato in Consiglio Comunale; rappresentò solo che l'impianto non poteva essere realizzato nella zona Lo Uttaro, ai Gradilli, né in una cava dismessa per l'alto rischio idrologico - si legge in una nota - Da allora, nonostante le continue sollecitazioni, il Coasca non ha ricevuto risposta né chiarimenti. Non è stato informato sull'iter procedurale, venendo a conoscenza di alcuni particolari solo dai giornali su quanto il Comune stava realizzando nel sito di Ponteselice. Infine, il colpo di scena durante la campagna elettorale, quando il Sindaco riferiva di essere contrario alla scelta".

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