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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Santa Maria Capua Vetere

Assiste parente disabile, direttore carcere 'trasferisce' agente ad altro settore

La denuncia del Sippe: "Può decidere in autonomia ma nel perimetro delle relazioni sindacali"

Michele Vergale, dirigente nazionale del Sippe e responsabile locale nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del Sindacato, con fermezza chiede al Dap di individuare al più presto "un direttore titolare del carcere di Santa Maria Capua Vetere che - afferma il sindacalista - pensi anche alle condizioni di lavoro delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria, ormai stanchi di lavorare in condizioni disumane".

"Le relazioni sindacali - dice Vergale - sono ormai da tempo traballanti ed il direttore del carcere non sembra rispettare gli accordi locali e quelli regionali, decidendo in autonomia l’impiego del personale nei vari posti di servizio. Lui è il dirigente direttore e può decidere come meglio crede - sostiene Vergale - ma deve farlo all’interno del perimetro degli accordi sindacali, altrimenti non hanno senso le relazioni sindacali".

Non solo. "L’attuale Direttore - prosegue Vergale - recentemente ha rimosso dal settore “colloqui” un lavoratore, solo perché assente per assistenza ad un parente disabile. La vicenda ha dell’incredibile, posto che la legge tutela i lavoratori che assistono disabili. Chiediamo che il poliziotto sia reintegrato nel suo posto di servizio perché riteniamo tale comportamento datoriale decisamente discriminatorio".

Inoltre "abbiamo chiesto più volte anche l’installazione dei condizionatori nei luoghi di lavoro ma - dichiara il Sippe - sono stati installati in alcuni luoghi solo i ventilatori nebulizzatori per il benessere e la serenità dei detenuti. Il Sippe - conclude Vergale - continuerà a battersi a denti stretti per garantire dignità professionale nei luoghi di lavoro, sensibilizzando tutte le autorità politiche e istituzionali sulle difficili condizioni di lavoro delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria. A questo Governo, che ha fatto tante promesse ai poliziotti penitenziari, presenteremo il conto, perché siamo stanchi di lavorare in continua emergenza e alle dipendenze di chi non indossa l’uniforme, privilegiando la rieducazione del condannato a discapito della sicurezza, nonostante la legge dica il contrario".

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