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Attualità Santa Maria Capua Vetere

Cappella all'interno del Comune: in 3 scrivono al vescovo

Insieme ad altare, tabernacolo, affreschi e crocifisso ora ci sono faldoni, scatole di cartone, vecchi mobili e un secchio di pittura

Una cappella trasformata in deposito di ciarpame. Il luogo sacro si trova all'interno di Palazzo Lucarelli, la sede del Comune di Santa Maria Capua Vetere. Dopo la denuncia per le condizioni di degrado del locale da parte del consigliere comunale Raffaele Aveta, adesso si informa della situazione il vescovo della Diocesi di Capua, Salvatore Visco.

Ad inviare la lettera sono stati lo stesso Aveta, il consigliere comunale Italo Crisileo e Michele Aiezza, in qualità di componenti dell'associazione "Adotta la Città". Palazzo Lucarelli, l'attuale sede del Comune, fu per decenni un orfanotrofio con alcune suore che gestirono una scuola elementare e solo negli anni Novanta è diventato Municipio. Anche per questo molti sammaritani ricordano di aver preso parte a funzioni all'interno della cappella di Palazzo Lucarelli, ubicata nell'angolo sud-est del grande cortile interno.

"All'interno di tale ambiente - si legge nella lettera firmata dai 3 - sono ancora presenti l'altare, sovrastato da un quadro della Beata Vergine del Rosario di Pompei, e il tabernacolo; sul soffitto si possono ammirare due affreschi, assai ben conservati, che rappresentano la Trinità Divina e l'Agnus Dei; lungo le pareti, alcune nicchie ospitano statue del Salvatore, una più grande raffigura il Sacro Cuore di Gesù e una più piccola effigia il Cristo Risorto, della Madonna con Gesù beneficente e di San Giuseppe Artigiano e Sant'Antonio di Padova, entrambi col Bambino. Oltre agli stucchi e ai lampadari, si riconoscono diversi arredi sacri, tra cui alcuni mobili in legno, fioriere, candelabri e Crocefissi".

Cappella nel degrado nel Comune di Santa Maria Capua Vetere

Attualmente la sala è piena di materiali che nulla hanno a che vedere con un luogo sacro. Su alcuni scaffali posizionati lì ci sono faldoni cartacei, poi un vecchio divano, scatole di cartone vuote, un secchio di pittura e mobili inutilizzabili. Proprio in corrispondenza dell'altare, una sedia in plastica rovesciata accanto a tre tomi verdi su cui è adagiato un Crocefisso con un putto ai piedi.

Per questo i tre componenti dell'associazione "Adotta la Città" chiedono al vescovo Visco di "acclarare se il bene rientri all'interno del patrimonio ecclesiastico; acclarare se il bene sia tuttora da reputarsi 'luogo sacro' secondo il Diritto Canonico; qualora il bene abbia perduto la dedicazione o la benedizione, acclarare se sia stato reso 'decreto del competente Ordinario'". Inoltre chiedono se monsignor Visco "voglia, in via subordinata, dichiarare se la condizione attuale del bene sia compatibile con il sentimento religioso" e se "voglia, in ogni caso, emettere tutti i provvedimenti, rientranti nella sua autorità, che siano stimati utili a preservare la dignità del luogo".

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