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Ei fu....siccome immobile

Napoli - "Camminando per il "Corso Vittorio Emanuele", strada storica di Napoli,che taglia in orizzontale la città, da piazza Mazzini a Mergellina, strada dotata di un'ampia veduta panoramica; non mi ero accorto, d'improvviso, che vi era stata...

"Camminando per il "Corso Vittorio Emanuele", strada storica di Napoli,che taglia in orizzontale la città, da piazza Mazzini a Mergellina, strada dotata di un'ampia veduta panoramica; non mi ero accorto, d'improvviso, che vi era stata piantata una splendida istallazione d'arte contemporanea.
Napoli è città d'Arte, sia per l'antico ma soprattutto per il contemporaneo; una città che ospita, sul suo territorio, ben quattro musei d'Arte contemporanea, e dove la ricerca di nuovi stili e forme è in continua affannosa effervescenza .Questa istallazione, così originale, concettuale nella sua fisicità, colpiva fortemente la mia attenzione, un lavoro sulla comunicazione e sul cambiamento non avvenuto, denuncia, dove il senso che oggi può avere il telefono tradizionale è ribaltato inesorabile, nell'era di Internet.
Bene, debbo dire che l'artista o gli artisti, che hanno ideato e piantato là il telefono, come istallazione e provocazione, hanno davvero colto nel segno. Prima però di addentrarci nell'analisi di queste nuove possibilità, va fatta una premessa indispensabile, anche se può sembrare ovvia: in arte ogni nuovo "medium" non si sostituisce ai precedenti, ma vi si affianca, magari modificandoli, solo nelle premesse concettuali, senza annullarli. Ecco quindi il "telefono sventrato", in questi ultimi anni di incredibile progresso tecnologico, il mondo crea telefoni portatili in continua evoluzione. Oggi se qualcuno scolpisse o dipingesse consapevolmente come nel XVIII secolo, avrebbe comunque un significato, un senso completamente diverso che farlo oggi, nel nostro nuovo millennio. Esistono nuovi strumenti e nuovi metodi, allora ogni significato di rinuncia o di opposizione, di fiancheggiamento, va letto, calato nel presente, con i mezzi del presente. Ecco, dunque quello che questa esilarante e provocatoria istallazione ci vuole dire. Non vuole solo ricalcare il ridicolo e la consuetudine divenuta obsoleta, di usare il telefono pubblico, ma mostrare il contenuto che è groviglio di fili inutili, divenuti simbolicamente linguaggi, impalcature vecchie, strumenti inadatti.
E quindi l'artista ha voluto sventrare, rimodellando con meticolosa cura di particolari il telefono, riportando a galla quello che di nascosto si cela nella comunicazione stessa, divenuta frenetica, caotica a limite inutile, paradossale. Il significato è qui più efficace, della sua rielaborazione narrativa, bisogna destrutturare per ricreare, "distruggere per creare". Napoli insegna, v'è una moltitudine di artisti che si sono ispirati a tali opere, per lo più manieristi, che si aggirano di notte nelle strade su motorini assordanti…, giovanissimi alcuni, questa è avanguardia. Non dobbiamo disturbarli, ne giudicarli insanamente, loro lavorano costantemente per il progresso dell'arte, fino a notte inoltrata. Oggi il concetto di arte può addirittura essere sovrapposto a quello di comunicazione, ecco il successo delle tante istallazioni visibili in città, molte le tematiche soprattutto di impegno sociale e politico.
Un lavoro splendido che ci ricorda il costante impegno civico di fronte al cambiamento e all'innovazione e la costante ricerca attenta al cambiamento all'innovazione in genere.
Il lavoro portava una targa, poi trafugata,con la scritta: Ei fu, siccome immobile. Sicuramente un riferimento alla poesia e al famoso Napoleone, che ha fatto del coraggio e del bisogno di distruggere per costruire un suo ideale e un "modus". In questi tempi…, e forse sempre, la politica si intreccia con l'arte e l'arte stessa diviene politica, oltre che filosofia e ricerca, oltre ogni entusiasmo narrativo…, ingenuo, oltre ogni dogmatismo religioso o astratto, concettuale".

Opera: Ei fu…, siccome immobile
Autori: Probabilmente gruppo di artisti anonimi ( firmati Berlusconi in basso )
Anno: 2009
Materiali: Ferro Zincato, allumino, plastica, acciaio

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