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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Aversa

Abbattimenti a Palazzo Orineti, la Soprintendenza vuole vederci chiaro

Nemmeno la relazione della docente universitaria è in grado di dissipare i dubbi sulla valenza storica dell'immobile

Saranno i tecnici della Soprintendenza a chiarire se il muro abbattuto di "Palazzo Orineti" di Aversa abbia un valore storico o meno e se l’esecuzione dei lavori stia procedendo secondo quanto prescritto dalla Soprintendenza stessa. I tecnici lunedì saranno in città e faranno un sopralluogo sul cantiere in via Santa Marta per vedere da vicino quanto sta succedendo. 

Nei giorni scorsi l’ex consigliera comunale Eugenia d’Angelo ha lanciato l’allarme su un presunto “scempio”. La questione, molto tecnica e controversa, si sa spostando sul terreno politico ed è diventato oggetto di campagna elettorale, tutta interna al centrosinistra. Per una parte dell’ex maggioranza “il muro non era storico, bensì pericoloso e fatiscente”. Già nel 2016 sono stati i vigili del Fuoco di Aversa a chiedere “urgenti lavori di messa in sicurezza” per l’instabilità strutturale del muro stesso. I lavori in corso prevedono la sostituzione del muro con muretto basso nuovo, rendendo di fatto visibile il giardino che anche sarà oggetto di restyling. Al momento, infatti, sia la parte strutturale che il giardino di Palazzo Orineti sono inservibili, pieni di sterpaglie e di rifiuti.

Anche la relazione di Danila Jacazzi del Dipartimento di Architettura e Disegno industriale non ha dissipato i dubbi. La docente ha scritto come “la famiglia Orineti, di origine normanna, è stata proprietaria di un edificio situato nel centro storico di Aversa: palazzo Orineti. Il palazzo è il risultato dell'aggregazione di più casamenti acquisiti dalla famiglia nel corso dei secoli. Una perizia del 1839 consente di ricostruire la configurazione del palazzo e del giardino a quella data. Dal documento, corredato da planimetrie, si può ricavare l'originaria struttura dell'edificio e soprattutto la grande estensione dei giardini annessi. Un cancello di ferro con pilastri bugnati di ordine dorico dava accesso al primo giardino con quattro parterre delimitati da vitti segnati da piante di bosso e disposti ad incrocio ortogonale, al centro dei quali era posta una fontana circolare. Una scala semicircolare faceva accedere ad un secondo giardino con quattro parterre e vasca semicircolare posta sul muro di cinta, sviluppato in senso est ovest fino alla strada Santa Marta. Un secondo edificio denominato casa piccola dava accesso al giardino chiamato boschetto, piantato con diversi alberi da frutto. Oggi ben poco rimane dell'originaria configurazione: Il palazzo grande e il casamento piccolo, infatti, hanno subito nel corso dei secoli alterazioni e trasformazioni”.

Ed ancora: “Il giardino era chiuso su via Santa Marta da un muro continuo che seguiva l'andamento anulare della strada medioevale. Oggi tale murazione, rifatta in epoca moderna, rimane a sottolineare il tracciato urbano originario”. E qui un’indicazione: “Pertanto, si suggerisce di preservare il "disegno" urbanistico lasciando inalterato il muro e aprendo un varco al giardino attraverso l'immobile prospiciente la Strada Santa Marta. Tale immobile presenta una parte aggiunta dopo in 1839, in quanto non compare nella pianta annessa alla perizia suddetta. L'edificio è, invece, riportato nella mappa catastale del 1910 con una configurazione corrispondente allo stato attuale. Si propone, pertanto, di creare l'accesso al giardino attraverso il varco già esistente, ma tompagnato, che affaccia su via Santa Marta. In tal modo si potrà preservare l'idea di un giardino palaziale chiuso, ma accessibile alla città, e visibile attraverso una recinzione in ferro da collocare sulla base della murazione continua di chiusura del giardino già esistente, segno dell'originario andamento della strada anulare”.

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