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Martedì, 30 Aprile 2024
Ambiente San Felice a Cancello

Ambientalisti: Ferrovia 'Cancello - Torre' diventi pista ciclabile

San Felice a Cancello - Dopo 120 anni dalla nascita (1° maggio 1885), il 12 dicembre 2005 fu sospeso il servizio ferroviario della gloriosa linea "Cancello-Torre Annunziata". Come tanti altri casi in Italia, la sospensione doveva essere temporanea...

Dopo 120 anni dalla nascita (1° maggio 1885), il 12 dicembre 2005 fu sospeso il servizio ferroviario della gloriosa linea "Cancello-Torre Annunziata". Come tanti altri casi in Italia, la sospensione doveva essere temporanea, tanto che anche nel nuovo orario 2006 se ne indicava la riattivazione a partire dal 4 settembre 2006, ma nulla è accaduto nel frattempo, se non la crescita indiscriminata di rovi ed erbacce lungo i binari, l'aumento del degrado e la chiusura delle stazioni nelle otto fermate intermedie. Il tutto nell'indifferenza generale.Tale situazione non può perpetuarsi in eterno, allora due sono le alternative:-la completa riattivazione della linea, oppure-la sua riconversione in pista ciclo-pedonale.
Nel primo caso, la linea potrebbe essere riconvertita in "Caserta-Cancello-Torre Ann.ta- Castellammare", senza interscambio di treni con collegamenti diretti. Un'altra valida ragione per la sua riattivazione è che si tratta dell'unica ferrovia che attraversa tutti i paesi della zona rossa. Essa infatti è una valida via di fuga in caso di eruzione del Vesuvio (avendo già resistito ad alcune eruzioni del vulcano) e pertanto, se potenziata, potrebbe essere un ottimo collegamento tra Caserta e Castellammare di Stabia (tempi di percorrenza inferiore ai 60'). Inoltre, potrebbe in parte per trasformarsi nella prima linea turistica campana, dalla Reggia di Caserta agli scavi di Pompei. La sua riattivazione, infine, potrebbe essere strategica per il rilancio economico dei comuni interessati.
Nel secondo caso, invece, il suo recupero in pista ciclo-pedonale potrebbe fornire un contributo notevole alla realizzazione di una vera rete verde diffusa su tutto il territorio attraversato. La conversione della linea costituirebbe, inoltre, una grande opportunità per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale rappresentato dalla ferrovia di un tempo, minacciata dagli accorpamenti fondiari, dai lavori stradali, ecc. Ecco i numerosi vantaggi che la riconversione offrirebbe:
• la ferrovia corre totalmente in sede propria e presenta poche intersezioni con la rete stradale. Questo renderebbe il percorso verde realizzato completamente o quasi separato dalla circolazione stradale, offrendo elevate condizioni di sicurezza agli utenti; • la ferrovia presenta pendenze quasi nulle, permettendo al percorso verde realizzato lungo il suo tracciato di adattarsi perfettamente ai bisogni dei ciclisti "ordinari", dei pedoni di ogni età e delle persone disabili;
• i segnali, i cippi chilometrici, i ponti, i sottopassaggi stradali, le stazioni e le loro dipendenze evocano il passato prestigioso di questa via verde, aggiungendo fascino e animazione alle escursioni e ravvivando nella memoria dei passanti il ricordo della vecchia ferrovia. Tra di essi spicca il ruolo delle stazioni, che possono essere riutilizzate per allestire bar, ristoranti, hotel, ostelli, musei, ecc..
• la ferrovia presenta generalmente lunghi tratti rettilinei e poche curve ad ampio raggio che permetterebbero agli utenti del percorso verde ricavato lungo il suo tracciato di avere un'ampia visuale sul sentiero, riducendo i pericoli legati alla criminalità e i rischi di scontri tra diversi tipi di utilizzatori;
• la linea ferroviaria connette tra loro diversi centri urbani, per cui il percorso verde sarebbe utile non solo per la ricreazione e lo sport, ma anche per costituire l'asse portante di un sistema che colleghi le persone alle residenze e ai centri di vita.
Nella nostra legislazione è stato introdotto il concetto del possibile recupero di ferrovie in disuso, attraverso una rete nazionale di percorsi ferroviari dismessi da destinare alla mobilità dolce, similarmente ad altri Paesi europei; ciò significa poter gestire in modo unitario e con un programma comune i fondi finanziari a disposizione per il recupero di alcuni tracciati ferroviari in disuso per la loro trasformazione in piste ciclo-pedonali. I progetti per riconvertire le vecchie "Ferrovie abbandonate" nascono da iniziative tese a conservare la memoria dei tracciati ferroviari non più utilizzati esistenti in Italia, grazie al contributo di Ferrovie dello Stato S.p.A.. Infatti, anche nel nostro paese, a partire dagli anni 40-50 lo sviluppo dell'industria automobilistica ha portato alla dismissione di migliaia di chilometri di linee ferroviarie, cui si aggiungono i tratti di linee attive abbandonati in seguito alla realizzazione di varianti di tracciato. Si tratta di un patrimonio importante, fatto di sedimi continui che si snodano nel territorio e collegano città, borghi e villaggi rurali, di opere d'arte (ponti, viadotti, gallerie), di stazioni e di caselli (spesso di pregevole fattura e collocati in posizioni strategiche), che giacciono per gran parte abbandonati in balia dei vandali o della natura che piano piano se ne riappropria. Un patrimonio da tutelare e salvare nella sua integrità, trasformandolo in percorsi verdi per la riscoperta e la valorizzazione del territorio o ripristinando il servizio ferroviario con connotati diversi e più legati ad una fruizione ambientale e dei luoghi.
Dopo la soppressione definitiva del servizio pubblico, nella maggior parte dei casi la vecchia ferrovia viene abbandonata. La vegetazione lungo il tracciato si sviluppa abbondantemente rendendo spesso impossibile il passaggio e l'assenza di un utilizzo e di interventi di manutenzione spinge gli abitanti a considerare la loro sede come una discarica pubblica. Già nel 1978, in Belgio, P. Geldhof, oggi direttore della "Associazione delle Fiandre Occidentali per il tempo libero", scriveva: "sempre di più nei paesi e nelle città si diffonde l'idea di destinare le vecchie linee ferroviarie ad una funzione ricreativa. Passeggiare, andare in bicicletta, sono passatempi sempre più diffusi. La corsa verso l'aria aperta è cominciata. Nelle città, i ciclisti e i pedoni sono rifiutati dalle strade pubbliche senza che si offra loro una alternativa accettabile. La rete stradale e autostradale è più che sufficiente. Quello che manca, sono dei percorsi che conducano i pedoni, i ciclisti e gli escursionisti fuori dai centri abitati, verso le campagne, lontano dai pericoli.Le vecchie linee ferroviarie hanno tutti i requisiti per svolgere questo ruolo. Esse sono state concepite per collegare i paesi tra di loro, e presentano il minor contatto possibile con le altre forme di traffico." Dopo le prime realizzazioni sporadiche degli anni 70 e 80, oggi la conversione delle vecchie linee ferroviarie in percorsi verdi destinati ad un traffico non motorizzato, è diventata una realtà in forte espansione, come dimostra il continuo aumento del numero di questi percorsi che vengono aperti ogni anno.
Il gruppo "ESCURSIONISTI SUESSOLANI" di San Felice a Cancello, sottopone le suddette proposte a tutti gli Enti ed Associazioni interessate, con la speranza che ognuno se ne possa fare carico per le proprie competenze, al fine di dotare i molti comuni coinvolti di un'opera che, solo all'apparenza, potrebbe sembrare utopistica, ma che in realtà, se realizzata, contribuirebbe ad arricchire il territorio sotto l'aspetto ambientale, sociale e ricreativo.

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