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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La torre di Centora, un pezzo di storia (quasi) sconosciuto

Abbandonata circa 500 anni fa, affonda le origini addirittura nel IX Secolo

Una torre storica, conosciuta da tutti i cittadini e che meriterebbe di certo un futuro con qualche progetto di riqualificazione. Stiamo parlando della torre di Centora (o Centore), nelle campagne al confine tra Trentola Ducenta, Giugliano e Parete. Ma da dove arriva questo nome? Il toponimo “Centora” deriverebbe dalla centuriazione romana antica e quindi dalla tecnica utilizzata per la lottizzazione dei terreni agricoli nel periodo classico. Spesso infatti venivano assegnati a coloni o veterani di campagne militari gli appezzamenti di terreno bonificati o conquistati ai nemici sconfitti. Da studi recenti si è infatti dimostrata la presenza tra Giugliano, Parete e Trentola-Ducenta di un reticolo ortogonale di strade, canali e appezzamenti agricoli che doveva appartenere all’organizzazione dell’antico “Ager Campanus”.

La torre di Centore, un pezzo di storia (quasi) sconosciuto

La nascita affonda nel IX Secolo

Nell’819 compare la dicitura “Terra de hominibus de Centora” in un diploma dell’imperatore Ludovico il Pio, con il quale il sovrano confermava alcune donazioni fatte dai longobardi al monastero benedettino di San Vincenzo al Volturno. Un altro codice diplomatico benedettino, il Codice di San Biagio, riporta Centora come esistente nel 1113 quando Riccardo Mosca, un milite di Aversa, donò alcune terre “in villa Centure” al monastero di San Biagio per l’anima di un suo congiunto, Rainaldo Mosca.

I resti di 3 edifici religiosi

Oggi nelle campagne è ancora possibile scorgere i ruderi di almeno tre edifici religiosi: le antiche chiese di San Pietro Apostolo, San Giovanni Apostolo e Evangelista e San Nicola di Bari (o di Myra). Le tre chiese erano dedicate a tre santi cari ai normanni, basti pensare al corpo di San Nicola che fu recuperato proprio da una spedizione normanna e portato nella città di Bari. Delle chiese di San Pietro e di San Giovanni restano poche tracce mentre di quella di San Nicola è ancora visibile la struttura, di epoca rinascimentale, in pietra tufacea. Resta sull’ingresso della chiesa, ormai diruta, un affresco rappresentante il Santo vescovo ed è possibile notare ancora alcune tracce pittoriche nell’interno (purtroppo gravemente rovinate).

L’abbandono già nel 1550

La struttura attuale però risale al XVI secolo, questa infatti rientrò presto in un sistema di fortificazioni del territorio che fu continuato dagli Aragonesi e proseguì anche durante il periodo vicereale. La Torre Centore è testimonianza e monito del villaggio di Centora. Dopo un’iniziale fioritura nel periodo angioino, Centora visse un momento di crescita, come testimoniato dalla vicina chiesa di San Nicola, tra il XIV e XV secolo per poi sparire quasi del tutto già nel secolo successivo. Nel 1550 infatti, secondo Gaetano Corrado, Centora sarebbe già citato come “casale disabitato”. La sua crescita e la sua repentina decadenza vanno collegate allo sviluppo della Via Antiqua che passava per il villaggio e collegava le grandi città antiche di Atella e Liternum incrociando la Strada Consolare campana.

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