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Sabato, 27 Aprile 2024
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Castello di Carlo V, 500 anni di storia a difesa della città di Capua | FOTO

Il suo cantiere venne inaugurato nel 1542, furono utilizzati ben 4000 ducati

Dietro una massiccia ed anonima cinta muraria che protegge da sguardi indiscreti l'attuale impianto produttivo del Pirotecnico Militare di Capua è nascosto uno dei tesori architettonici più importanti della Campania realizzati durante il XVI secolo: il Castello di Carlo V. Non una fortezza principesca e neanche una precipua struttura fortificata, bensì un vero e proprio edificio ossidionale costruito per arginare qualsiasi tentativo di assedio del centro capuano, chiamato "Clavis Regnii" già da Federico II di Svevia.

Il suo cantiere venne inaugurato nel 1542 ed i primi interventi vennero finanziati con il denaro devoluto al governo locale da Carlo V, l'imperatore di un "impero sul quale non tramontava mai il sole". L'idea gli era venuta dopo aver visitato la città, nel 1536, mentre era diretto a Roma per conoscere di persona l'appena eletto al soglio pontifico Papa Paolo III Farnese. L'imperatore soggiornò per una notte a Capua, dove gli tributarono feste ed onori e per rinfrancarlo dal viaggio di ritorno da Napoli dove era stato per risolvere alcune controversie tra l'aristocrazia partenopea e l'allora viceré don Pedro de Toledo.

Castello di Carlo V a Capua

Ben 4000 ducati vennero impiegati nella fase iniziale del progetto e per la sua esecuzione vennero coinvolti i più validi ingegneri militari del vice-regno. Per più di duecento anni il castello ha svolto il ruolo di "cittadella militare". Con la fine della dominazione austriaca e l'avvento dei Borbone, nel 1734, da piazzaforte ossidionale divenne prima carcere e successivamente "polveriera". Ancora oggi attraverso le sue strutture è possibile leggere parte della storia militare, fatta di assedi e di conquiste, che ha riguardato oltre Capua anche l'intera nazione.

Riscoprire il Castello di Carlo V vuol dire ripercorrere le vicende marziali che hanno interessato il lungo periodo vicereale napoletano. La sua lettura consente inoltre di rivelare la singolarità architettonica di un monumento che, al momento della sua costruzione, venne concepito come un tutt'uno con il centro cittadino, la confinante area rurale e il fiume Volturno, al fine di creare un nuovo sistema urbanistico dove andavano ad armonizzarsi paesaggio, edifici civili e religiosi e strutture militari aventi funzioni di difesa e di controllo del territorio circostante.

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