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Aria da resa dei conti nel Pd, Camusso nel mirino: "Cacicchi sono ancora qui e dettano la linea"

L'esponente di "Compagno è il mondo" critica l'operato della commissaria: "Cambiare tutto per non cambiare niente. In questo partito molti non si riconoscono"

Doveva essere un confronto "franco" sulla ricostruzione del centrosinistra. E così è stato. Al Grand Hotel Vanvitelli, la presentazione dell'associazione "Compagno è il Mondo" diventa il momento per tracciare bilanci anche e soprattutto riguardo l'attività svolta dalla commissaria del Pd Susanna Camusso. 

Lo si è capito sin da subito. Dall'intervento di Alessandro Tartaglione, che ha aperto il dibattito. Un intervento che non ha risparmiato critiche sul rinnovamento atteso dopo la vittoria alle primarie del Pd di Elly Schlein e poi mancato in provincia di Caserta. "Durante quella fase politica, il sottoscritto, insieme ad Alessandro Landolfi e Gianni Comunale, abbiamo intrapreso una battaglia politica coraggiosa che ha avuto come risultato l’annullamento di quel “tesseramento anomalo” che aveva pesantemente esposto e dilaniato l’immagine del Pd a livello nazionale - ha detto Tartaglione - Abbiamo indossato l’elmetto e abbiamo seguito, con convinzione, le direttive che ci provenivano dal comitato nazionale Schlein. Ci siamo presi, insieme alla responsabilità di annullare quelle tessere a norma di regolamento, gli improperi e le minacce di chi voleva addirittura denunciarci e portarci in tribunale".

Poi il commissariamento del partito in provincia di Caserta con l'arrivo della senatrice Camusso "accolto come una continuazione di quella linea - evidenzia - Ma le indecisioni, i tentennamenti e le scelte politiche sbagliate di questi mesi hanno prodotto un avanzamento da parte di coloro che si dovevano depotenziare ed un allottamento da parte di coloro che si erano entusiasmati per quello che sembrava il nuovo corso". 

Un caso, citato da Tartaglione, è quello delle elezioni comunali a Marcianise dove lo sforzo di costituire una coalizione a sostegno di Lina Tartaglione "è stato vanificato da mistura micidiale di egoismo, infantilismo politico e revanscismo tutto interno a settori del Pd locale e parti della coalizione provocando uno sconsiderato voto disgiunto che ha consentito alla destra, sconfitta alle urne, di eleggere il proprio sindaco". 

E ancora. Il caso della lista alle provinciali che per Tartaglione avrebbe provocato "non solo l’arretramento del partito sul piano dei consensi, ma il riposizionamento di fatto delle vecchie cariatidi, attraverso i loro referenti. A nulla è servito, quindi, il sacrificio fatto dal compagno Alessandro Landolfi, capogruppo uscente al consiglio provinciale, unico rappresentante istituzionale che aveva aderito sin da subito alla mozione di Elly Schlein in Provincia di Caserta - tuona Tartaglione - I famosi “cacicchi” che si volevano depotenziare e marginalizzare oggi appaiono ancora più forti e capaci di dettare la linea politica del partito casertano e campano. È evidente che è cambiata la linea politica, solo che noi non siamo stati avvisati". 

Poi la stoccata alla commissaria: "non vogliamo essere complici di questa “logica follia”, che assomiglia moltissimo alla teoria del “cambiare tutto per non cambiare nulla” - dice Tartaglione - per cui penso di interpretare l’opinione dei tanti compagni provenienti dalla esperienza di Articolo Uno, che si rivedono nel nuovo corso della segretaria nazionale e continuano a credere nel cambiamento, di criticare, anche se nel nostro stile di rispetto ed educazione che ci ha sempre contraddistinto, l’azione sin qui svolta dalla commissaria Camusso. Se questo stato di cose dovesse permanere, senza evidenti e chiari punti di svolta, il Pd casertano non può al momento rappresentare una sede credibile per tanti di noi. Siamo, altresì fiduciosi, che questo confronto di oggi e quelli che dovessero eventualmente venire, possano rappresentare un momento di chiarificazione e rilancio del cambiamento per la sinistra di questa provincia e della nostra Regione", conclude.  
 
 

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