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Codice rosso, alla fondazione forense convegno promosso da ordine degli avvocati e camera penale

Il dibattito ha visto il confronto tra legali, magistrati e docenti sul delicato tema della violenza di genere

Si è tenuto mercoledì 20 marzo in una sala gremita presso la Fondazione Forense di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dall'avvocato Ugo Verrillo, il convegno dal tema “Codice Rosso: Effetti e ricadute del nuovo spazio della persona offesa nel processo penale”, organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere e la locale Camera Penale sul delicato e attualissimo tema dei reati da cd. Codice Rosso e sulle ricadute processuali, alla luce della novella legislativa di cui alla L. n. 168 del 2023 cui Parlamento e Governo hanno inteso porre mano, accelerando l’iter di approvazione sull’onda della indignazione collettiva, scatenata dall’omicidio di Giulia Cecchettin con manifestazioni nelle scuole e nelle Università definite “rumorosamente silenziose”, lanciando un messaggio all’opinione pubblica, forte e allo stesso tempo simbolico, in quanto pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 novembre scorso, esattamente alla vigilia della Giornata internazionale dedicata al fenomeno ed istituita dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Assente per improrogabili impegni sopravvenuti la Presidente dell'ordine degli avvocati Angela Del Vecchio, a portare i saluti dell’Ordine è stato il Consigliere Segretario Paolo Falco, il quale si è fortemente complimentato per la grande e sentita partecipazione, significando che la sinergia tra la Camera Penale e l'Ordine degli Avvocati in concerto con la Fondazione Forense, e la formazione continua che promuove, è la vera chiave di svolta di un Foro, che è apprezzato e rispettato in tutta Italia. A rendere i saluti della Camera Penale è stata la Vicepresidente della stessa, Olimpia Rubino, essendo il presidente Alberto Martucci impegnato a Roma in occasione della manifestazione organizzata dall’UCPI, che aveva proclamato per lo stesso giorno astensione nazionale dalle attività giudiziarie.

Ha introdotto i lavori e il tema dell’incontro il Responsabile della Scuola di Formazione territoriale della camera Penale di Santa Maria Capua Vetere, Raffaele Carfora, che poi ha presentato i relatori intervenuti, sollecitando i loro interventi sulle problematicità della materia normativa e del nuovo crescente spazio della persona offesa nel processo penale anche attraverso richiami costanti al progetto di giustizia riparativa emergente dalla riforma Cartabia.

A prendere la parola per primo è stato Armando Bosso, Sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale sammaritano, che ha evidenziato in particolare le difficoltà operative in relazione alla ristretta tempistica nello svolgimento delle indagini e nella valutazione sulla richiesta di applicazione di misure cautelari; è stata la volta poi dell’avvocato Angelo Raucci, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, che ha incentrato il suo intervento sul delicato ruolo del difensore nei processi per tali reati e in particolare sulla necessità di garantire il rispetto delle esigenze di garanzia dell’imputato del giusto processo.

A seguire, l’intervento acuto di Roberta D’Onofrio, gip presso il Tribunale di Campobasso e componente del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, esperta della materia, che ha offerto interessanti e notevoli spunti di riflessione su peculiari criticità dalla visuale del giudice della cautela e del merito.
Per chiudere, infine, con Giorgio Spangher, Emerito di Diritto processuale penale dell'Università “La Sapienza” di Roma, già membro laico del Consiglio superiore della Magistratura, che ha delineato un quadro complessivo e sistematico del processo penale attuale in relazione ai delitti di genere.

Da ultimo, è intervenuto Bruno Amirante, consigliere dell’Ordine degli avvocati, sui profili deontologici della professione di avvocato. Oltre a numerosissimi avvocati, erano presenti anche appartenenti alle Forze di polizia giudiziaria, che quotidianamente sono impegnate sul fronte di tali allarmanti reati.

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