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Domenica, 28 Aprile 2024
Cultura

Corti teatrali 'La corte della formica' con 'Maccarune, discesa nel ventre di Napoli'

Napoli - Mercoledì 7 ottobre al Tteatro Sancarluccio sito in via San Pasquale a Chiaia di Napoli alle ore 21,00 si inaugura la V edizione della rassegna di corti teatrali "La corte della formica" con lo spettacolo "Maccarune, discesa nel ventre di...

Mercoledì 7 ottobre al Tteatro Sancarluccio sito in via San Pasquale a Chiaia di Napoli alle ore 21,00 si inaugura la V edizione della rassegna di corti teatrali "La corte della formica" con lo spettacolo "Maccarune, discesa nel ventre di Napoli", da Petito, Scarpetta, Viviani, De Filippo, Ruccello con Andrea Di Maria, Flora Gesuele, Giampiero Schiano, Manuela Schiano Lomoriello, Roberta Serrano.
Ideazione e riscrittura: Manuela Schiano Lomoriello, Luci e costruzione musicale: Massimo Abbate, Foto di scena: Ciro Scognamiglio, Regia: Giampiero Schiano, Produzione e allestimento: Teatro a Vapore.

All'alba dei tempi, le tre moire intessono i destini umani con fili di budella, in un'età dell'oro tanto mitica quanto grottesca, dove la sola evocazione del cibo basta a saziare, dove tutto vorrebbe poter essere puro e prezioso.
Il bianco e l'oro sono i colori di questo mondo in cui lo scettro del potere è ovviamente la cucchiarella e l'oste è un imperatore che ha diritto di vita e di morte sui suoi avventori; qui il desiderio segreto di Pulcinella di avere tre madri una pe' la vocca, una pe' lo cannone e un pe' la panza, può finalmente trovare compimento.
Tiempe bell''e na vota di cui resta indelebile il segno malinconico nei brontolii delle viscere vuote. Il ventre, come il cuore, è attraversato da un tempo che procede con un'andatura lenta e solenne, ma non sempre lineare: riflussi e balzi in avanti vertiginosi quanto improbabili, lo stirano e lo comprimono fino a farlo implodere al centro della sua stessa spirale.
Così, mentre il nuovo trionfa sul vecchio, il vecchio incombe sul nuovo, nell' incessante divenire di fame diversa e diverso gusto, i personaggi cambiano i loro rituali, mutano nome, forma e linguaggi, ma sotto gli abiti nuovi rimangono gli stessi, eternamente insaziabili, sempre digiuni di qualche altra cosa.
La preparazione stessa dei cibi può diventare allora una questione di vita o di morte e, se cucinare è una cosa estremamente seria, nient'altro intorno è veramente serio e allora si può ridere di tutto, ma di se stessi sopra ogni altra cosa.

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