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Martedì, 30 Aprile 2024
Cultura Caiazzo

Eccidio nazista, gioved messa in suffragio

Caiazzo - È programmata per le ore 18 di giovedì 18 ottobre nel duomo una messa in suffragio delle vittime dell'eccidio di Monte Carmignano, d el quale nella mattinata del 13 ottobre è stato commemorato il sessantaquattresimo anniversario. Ciò...

È programmata per le ore 18 di giovedì 18 ottobre nel duomo una messa in suffragio delle vittime dell'eccidio di Monte Carmignano, d el quale nella mattinata del 13 ottobre è stato commemorato il sessantaquattresimo anniversario. Ciò tacita anche qualche critica conseguita alla cerimonia commemorativa, i cui organizzatori non avevano certo dimenticato l'aspetto liturgico ma opportunamente avevano scisso le due cose anche per non appesantire ulteriormente una mattinata già troppo oberata, in particolare da una lezione della docente universitaria Clementina Gily su Benedetto Croce e da una relazione - fiume del cittadino onorario e giudice Paolo Albano sui fatti di Monte Carmignano come emersi dal processo in cui è stato pubblico ministero. Ma proprio su tale aspetto si è registrata qualche critica che, nel rispetto delle altrui idee, rendiamo pubblica affinché il diretto interessato ne tenga eventualmente conto, se lo riterrà opportuno, in occasione dell'ultima iniziativa promossa quest'anno per commemorare degnamente le vittime dell'efferato eccidio perpetrato dai soldati nazisti in ritirata. Nel pomeriggio di venerdì 19 ottobre, infatti, al palazzo Mazziotti è in programma un incontro dei giovani con lo stesso giudice Albano, chiamato a sviscerare il tema: “Monte Carmignano, dalla strage alla sentenza”, provocando un dibattito ed in particolare dando esaurienti riposte alle domande degli stessi giovani. Tutto apprezzabilissimo, ma alcune persone presenti alla commemorazione non condividono il “taglio” dato dallo stesso pubblico ministero alla propria relazione, che addirittura si sarebbe discostata dal dispositivo di sentenza, dal quale, fra l'altro, non vi sarebbe alcuna traccia di sevizie perpetrate ai danni delle ultime vittime, cioè quelle trucidate presso la sottostante masseria Palumbo, probabilmente con una granata.Sarebbe opportuno quindi che l'assessorato alla cultura rendesse di pubblico dominio gli atti del processo o quanto meno il dispositivo di sentenza, nonché la lettera con cui l'ex sindaco Sorbo avrebbe escluso a priori qualunque possibilità di pace o perdono.

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