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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Lavoratori ex Orefice, i sindacati: "Regione faccia rispettare accordi con FIB"

Dopo l'incontro del 12 ottobre alla presenza dell'assessore regionale Marchiello non si è sbloccata la situazione dei 22 lavoratori tutti privi di alcun sostegno al reddito

Il 12 ottobre di quest'anno, le organizzazioni sindacali di Fiom, Fim e Uilm insieme a Cgil, Cisl e Uil sono state convocate dalla Regione Campania, nella persona dell’assessore Antonio Marchiello e del presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero, per una soluzione occupazionale che riguardasse i 22 lavoratori ex Jabil e licenziati da Orefice. Da settembre 2023 sono tutti senza alcun sostegno al reddito. L’impegno assunto dalle istituzioni era che questi lavoratori fossero inseriti nella nuova azienda FIB di proprietà dell’ingegnere Civitillo, anche a seguito dei diversi progetti di reindustrializzazione dell’area di Carinaro/Teverola. Progetti nati e concretizzati a seguito degli accordi sottoscritti dal MISE/MIMIT, dalla Regione Campania e da FIM-FIOM-UILM. Grazie a questi accordi e alle ingenti risorse pubbliche messe a disposizione dei progetti industriali, si prevedeva la salvaguardia occupazionale dei lavoratori Whirlpool ed il rilancio industriale.

"Purtroppo dal 12 ottobre - fanno sapere i sindacati - assistiamo a continui cambi di disponibilità/volontà dei vertici aziendali della FIB e al silenzio assordante degli ultimi giorni della Regione Campania che, dopo l’impegno iniziale per la possibile tutela dei lavoratori licenziati da Orefice, non è ancora intervenuta in maniera incisiva e determinante per la ricerca di una conclusione positiva che tuteli i 22 lavoratori e le loro famiglie".

E ancora: "Vanno restituite 'dignità' e 'giustizia' a queste lavoratrici e lavoratori, vittime di un inganno da parte dell’azienda Orefice Generators che, dopo aver preso gli incentivi dalla Jabil Circuit Italia di Marcianise per la ricollocazione, li ha licenziati senza mantenere gli impegni assunti nelle sedi istituzionali nazionali e territoriali. Non è accettabile che, dopo l’incontro in sede regionale del 7 dicembre scorso, alla presenza anche dell’assessore alle Attività produttive Marchiello e con l’impegno tra le parti a rivedersi per condividere un testo di accordo, l’azienda FIB proceda unilateralmente mettendo in discussione quanto convenuto con FIM-FIOM-UILM Caserta e con lo stesso assessore Marchiello. Quali sono i motivi di questa ennesima e grave scelta a danno dei Lavoratori ex Orefice? Perché mettere nuovamente in discussione una soluzione di prospettiva che potrebbe, finalmente, invertire i processi di deindustrializzazione che, nella Provincia di Caserta, vanno avanti da troppo tempo e si scaricano sulla 'pelle' delle lavoratrici e dei lavoratori di Caserta che subiscono, inoltre, le scelte di disimpegno delle ultime multinazionali presenti, anche a seguito di una mancanza di politiche industriali?".

Fim-Cisl Fiom-Cgil e Uilm-Uil si chiedono: "Se anche i percorsi condivisi con le Istituzioni e gli imprenditori che utilizzano le risorse pubbliche vengono vanificati, come nel caso in questione, come si vuole immaginare una ripresa produttiva del territorio casertano ed un fermo alla continua emorragia di occupazione e di reddito?".

Da qui l'appello alle istituzioni: "Chiediamo alla Regione Campania di esercitare, senza tentennamenti, il proprio ruolo di tutela istituzionale e sociale. A partire dai lavoratori della provincia di Caserta che, da troppi anni, vivono una crisi industriale senza precedenti. Per queste ragioni auspichiamo che si proceda a definire una soluzione occupazionale per i 22 lavoratori che, ricordiamo ancora una volta, sono privi di ogni sostegno economico e di reddito. Diversamente, di fronte ad un’azienda come la FIB che dichiara di ricercare altri 78 lavoratori per le proprie attività produttive e riconoscendo che i profili professionali di questi 22 lavoratori (ex Orefice) sono difficilmente reperibili sul mercato, ci troveremmo davanti ad una grave irresponsabilità del sistema d’impresa e del sistema politico/istituzionale. Questo non possiamo permetterlo. Al contrario, ribadiamo e riconfermiamo il nostro impegno per ricercare, nel solco degli accordi già esistenti e che vedono coinvolti gli stessi attori presenti, tutti gli strumenti idonei e necessari per dare una nuova opportunità a questi lavoratori".

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