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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Torture in carcere: 20 agenti verso la scarcerazione: "No alla proroga degli arresti"

Nel mirino della Procura minacce ai detenuti e un nuovo pestaggio: "Non possono interferire con le indagini". Niente interdizione per altri 7

No alla proroga della misura cautelare degli arresti domiciliari per 20 agenti della polizia penitenziaria ed al prolungamento dell'interdizione dai pubblici uffici per altri 7. Lo ha deciso il gup Pasquale D'Angelo, dinanzi al quale si sta celebrando l'udienza preliminare per 108 imputati - tra agenti, funzionari dell'amministrazione penitenziaria e medici (questi ultimi imputati di falso) - ritenuti responsabili delle torture ai danni dei detenuti avvenute il 6 aprile 2020 all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

La Procura - con i termini di custodia cautelare in scadenza - aveva invocato la proroga motivandola sugli ulteriori accertamenti da fare in seguito alle circostanze emerse sia dalle dichiarazioni rese dagli indagati durante gli interrogatori di garanzia sia per le presunte minacce subite da due detenuti in seguito all'emissione delle misure cautelari. Inoltre, nel mirino dell'ufficio inquirente, ci sarebbe anche un ulteriore pestaggio avvenuto nei confronti di un detenuto di cui non sono state rese note le generalità. Circostanze, però, che per il gup "non hanno alcuna attinenza con gli odierni imputati" per i quali la Procura aveva invocato la proroga. 

Per il giudice per l'udienza preliminare "nessuna novità è stata introdotta per ritenere un'intensità maggiore del quadro cautelare già fissato con l'ordinanza originaria". Inoltre, gli indagati per i quali il pool di Santa Maria Capua Vetere aveva invocato un prolungamento della detenzione non potrebbero nemmeno interferire con le ulteriori indagini che l'organo inquirente avrebbe avviato con l'escussione di ulteriori detenuti non ancora ascoltati. Per il giudice quello della Procura sarebbe un "accertamento meramente esplorativo". Insomma, non ci sono pericoli di inquinamento delle nuove indagini avviate da parte degli imputati per i quali è stata chiesta la proroga. Per questo l'istanza della Procura è stata respinta. 

I pm  - il Procuratore Aggiunto Alessandro Milita ed i Sostituti Alessandra Pinto e Daniela Pannone - avevano invocato la proroga degli arresti domiciliari per Salvatore Mezzarano di Francolise; Gennaro Loffreda; per il comandante del nucleo speciale inviato alla "Francesco Uccella" Pasquale Colucci di Tufino; per l'ex comandante della penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere Gaetano Manganelli; per Anna Rita Costanzo di Caserta; Alessandro Biondi; Raffaele Piccolo di Marcianise; Angelo Iadicicco di Caserta; Pasquale De Filippo di Capodrise; Gabriele Pancaro di Sparanise; Michele Vinciguerra di Portico di Caserta; Fabio Ascione di Santa Maria Capua Vetere; Oreste Salerno di Calvi Risorta; Felice Savastano di Galluccio; Rosario Merola di Santa Maria Capua Vetere; Raffaele Piccolo di Caserta; Giacomo Golluccio di Tora e Piccilli; Antonio De Domenico di Capua; Vincenzo Lombardi di Maddaloni; Francesco Vitale di Aversa. Chiesta la proroga della misura cautelare dell'interdizione dai pubblici uffici, invece, per Giovanni Di Benedetto di Santa Maria Capua Vetere; Maurizio Soma di San Prisco; Domenico Pascariello di San Nicola la Strada; Giuseppe Gaudiano di Portico di Caserta; Maurizio Colurciello di San Nicola la Strada; Salvatore Di Stasio di Recale; Stanislao Fusco di Capodrise.  

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato, Carlo De Stavola, Mariano Omarto, Roberto Barbato, Vittorio Giaquinto, Angelo Raucci, Domenico Di Stasio, Valerio Stravino, Mario Corsiero, Ernesto De Angelis, Vitale Stefanelli, Michele Spina, Fabrizio Giordano, Carlo De Benedictis, Domenoco Scarpone ed Eduardo Razzino. 

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