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Cronaca Casal di Principe

Nicola Schiavone parla in tribunale contro Michele Zagaria

Il figlio di Sandokan fa il suo "battesimo" in aula nel processo per due omicidi

Non sono ancora terminati i 180 giorni dall'inizio della sua collaborazione con la giustizia ma Nicola Schiavone fa per la prima volta la sua comparsa in un'aula di tribunale come "pentito". Il primogenito di Francesco Sandokan, infatti, è stato ascoltato stamattina nel corso del processo per due omicidi del clan dei Casalesi, quelli di Antonio Bamundo e Michele Iovine, per i quali è alla sbarra il capoclan Michele Zagaria, difeso dagli avvocati Angelo Raucci ed Andrea Imperato

Schiavone si è presentato in videocollegamento ed ha risposto alle domande del pm Belluccio per circa un'oretta in cui, principalmente, ha spiegato i motivi che lo hanno portato ad avviare il suo percorso di collaborazione con la giustizia, iniziato lo scorso mese di luglio. Schiavone ha parlato di una spaccatura all'interno della sua famiglia in seguito alla quale ha deciso di iniziare a collaborare con la giustizia perchè "non volevo fare più questa vita", ha detto in aula, ribadendo la sua volontà di voler dare un futuro diverso ai suoi figli. 

Il rampollo di casa Sandokan ha anche ripercorso il suo passato criminale partendo dal 1999, quando ha fondato un gruppo criminale autonomo. Successivamente Schiavone è entrato nelle fila del clan. Un ingresso senza la cerimonia d'affiliazione, fatta di sangue, santini e formule ben precise, sia perché era figlio del capoclan sia perchè i tempi erano cambiati ed il cerimoniale d'ingresso nella camorra era ormai superato. Dopo l'arresto dello zio, Francesco "Cicciariello" Schiavone, Schiavone jr, secondo quanto da lui stesso ammesso, ha assunto un ruolo via via più apicale fino alla leadership, condivisa con Nicola Panaro che però aveva meno "libertà di movimento" essendo latitante. 

Il primo contatto con Zagaria, secondo il racconto del neo collaboratore di giustizia, avviene nel 2001 in merito a problemi relativi agli interessi di un'impresa che stava lavorando per un distributore di benzina. Ma poi i rapporti con Capastorta si sono "rotti". Una frattura insanabile, al punto da volersi eliminare a vicenda.

E sull'omicidio di Michele Iovine, referente del clan a Casagiove e nei comuni limitrofi, Schiavone ha spiegato che fu Zagaria ad ordinarlo per "punirlo" per alcuni raid incendiari ai danni di imprenditori vicini a Capastorta. Il processo è stato dunque rinviato alla fine di gennaio.  

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