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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

‘Guerra’ tra famiglie per un debito di 160mila euro, tutti assolti

La decisione del giudice sulla rocambolesca vicenda durata 9 anni

Due vecchi amici e soci in affari, un arresto per reati finanziari, un debito di circa 160mila euro, il 'saldo' di una pretesa creditoria arbitraria ed infine una rissa con numerose lesioni create da mazze da baseball, spranghe di ferro e 'piede di porco'. Sono questi gli elementi di una rocambolesca vicenda giudiziaria che vede coinvolte due famiglie sammaritane, Pirro e Castaldo, che dura da ben 9 anni e che ha portato ad una formula assolutoria per i protagonisti. Il giudice Valerio della Terza Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell'udienza a carico di Massimiliano Pirro, Eduardo Pirro, Raffaele Pirro, Giuseppina Calabritto, Michele Castaldo e Italo Castaldo ha pronunciato formula assolutoria per i reati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lesioni in concorso che venivano contestati agli appartenenti delle due famiglie sammaritane.

A monte della vicenda c'era un debito di circa 160mila euro che Eduardo Pirro vantava nei confronti di Michele Castaldo risalente al 2006 giacché i due erano soci in affari. Lo stesso anno Eduardo Pirro, titolare di una concessionaria, venne tratto in arresto dalle Fiamme Gialle casertane per reati finanziari. Per i finanzieri, Eduardo Pirro importava auto provenienti dalla Germania che giunte in Italia venivano rivendute sottocosto. Denaro incassato dalla concessionaria, dunque, su cui non veniva pagata l'Iva, che consentì una evasione fiscale di milioni di euro. Il debito da saldare tra i due ex soci si formò quindi in quell'anno e nel corso degli anni seguenti Michele Castaldo cercò di ottenere quanto dovutogli.

L'11 novembre del 2012, secondo quanto contestatogli dalla Procura sammaritana, Michele Castaldo al fine di esercitare un preteso diritto di credito nei confronti di Eduardo Pirro, conseguente ad un 'prestito' effettuatogli, potendo ricorrere al giudice con violenza e minaccia, nello specifico consistenti nell'impossessarsi della chiave dell'autovettura Smart Four nel possesso di Pirro che ne era a bordo con il figlio minore, si appropriava della vettura ponendosi alla guida della stessa. Castaldo però scoprì che la vettura non era intestata ad Eduardo Pirro, bensì faceva capo alla società del fratello.

Una richiesta di spiegazioni si tramutò in una rissa in due tempi. Il primo atto si consumò il 12 novembre 2012 presso l'autolavaggio della famiglia Pirro dove i membri di tale famiglia vennero colpiti dai Castaldo con mazze da baseball al corpo, al volto ed alla testa e nella rissa Giuseppina Calabritto venne scaraventata a terra riportando lesioni. La seconda parte degli episodi violenti si ebbe il 14 novembre, quando Michele Castaldo venne colpito a mani nude nonché con una spranga di ferro ed un piede di porco, per poi subire minacce di morte telefoniche come 'lezione' per i precedenti tafferugli consumatisi nell'autolavaggio dai Pirro.

Il Tribunale sammaritano, grazie alle tesi dei difensori delle rispettive famiglie (gli avvocati Gianluca Giordano e Pierluigi Mercorio per i Castaldo e gli avvocati Federico Simoncelli e Michele Spina per i Pirro), ha propeso per l'assoluzione.

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