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Cronaca Viale Douhet

Quattro rifugiati politici nella Reggia. Felicori: “Noi esempio per altri musei”

L'emozione di Odigia, scappato dopo l'omicidio del padre

“Quando due anni fa sono scappato dalla Nigeria non avrei mai immaginato di lavorare in un posto meraviglioso come la Reggia di Caserta”. Così Odigia Bright, rifugiato politico, che nel corso della conferenza stampa per la presentazione del progetto “Accolti e Attivi”, con una voce tremante per l’emozione, ha raccontato la sua odissea dal palco del Teatro di Corte del Palazzo vanvitelliano.

Odigia ha appena vent’anni: suo padre insegnava all’università di Mubi, nello stato federale di Adamawa, in Nigeria. Quattro anni fa, Mubi fu distrutta dalla furia integralista delle milizie di Boko Haram. Sua padre fu ucciso perché di fede cristiana. A Odigia non restò altra scelta se non la fuga. La sua storia è simile a quella di Victor Hezekiah, Ouro Nini Adom Gado e Amodou Tanou. Quattro rifugiati politici che grazie al Sistema di protezione per richiedenti Asilo e Rifugiati del Ministero dell’Interno e dell’Anci ora daranno man forte alle maestranze che si occupano della manutenzione ordinaria dell’immenso patrimonio verde della Versailles italiana. Il tutto nell’ambito del progetto “Accolti e attivi”, realizzato dall’Arci e dalla società cooperativa Solidarci, in partnership con l’Istituzione museale diretta da Mauro Felicori.

I quattro rifugiati, residenti tra Santa Maria Capua Vetere, Gricignano d’Aversa e Santa Maria la Fossa, hanno iniziato il loro tirocinio il 28 marzo scorso e continueranno a lavorare fino al prossimo giugno. La loro attività, giova ribadirlo, non comporta alcun costo aggiuntivo né per la Reggia di Caserta né per altri enti territoriali. Tali attività sono finanziate dalle risorse dello SPRAR, che ha tra gli obiettivi proprio quello di formare professionalmente i rifugiati, dando loro la possibilità di rendersi autonomi.

“Con questo progetto non risolviamo tutti i problemi della manutenzione dei 130 ettari di verde che insistono nel perimetro della Reggia – ha dichiarato nel corso della conferenza stampa di questa mattina il direttore Mauro Felicori – ma di sicuro l’apporto di questi tirocinanti-rifugiati sarà prezioso. Il lavoro di manutenzione del parco è immane, e servirebbero ben altre risorse. Devo però sottolineare un dato che mi riempie di orgoglio: il Palazzo Vanvitelliano fa da apripista e spero che anche altre istituzioni museali possano contribuire fattivamente all’integrazione e all’accoglienza di chi scappa da guerre e conflitti. Solo trasferendo loro saperi e competenze, si contribuisce alla crescita umana dei profughi che iniziano così quel percorso che li poterà a diventare nostri concittadini: e la funzione di un’ente museale è anche questa, contribuire alla formazione di nuovi cittadini. Progetti come “Accolti e attivi” – ha aggiunto il direttore Felicori - sono utili non solo a chi vi partecipa per apprendere un nuovo mestiere o una nuova professionalità, ma anche alle istituzioni locali e agli enti, come quelli museali, che devono fare i conti quotidianamente con complesse macchine organizzative e con una carenza cronica di personale specializzato”.

Nel suo intervento il prefetto Raffaele Ruberto ha ricordato che “solo pochi anni fa si parlava di Caserta per le stragi di immigrati. Ora Terra di Lavoro si distingue per le buone pratiche in materia di integrazione. Ciò significa che siamo sulla strada giusta anche se si tratta di un processo ancora lungo e difficile”. Dal canto suo, Mara Vitiello, della cooperativa Solidarci, ha aggiunto: “L’avvio dei tirocini alla Reggia di Caserta è l'ulteriore passo di un percorso avviato dalla nostra cooperativa negli ultimi 4 anni all'interno della rete SPRAR. Il nostro progetto prevede uno sviluppo sempre maggiore del dialogo tra i progetti di accoglienza ed il territorio”. Angelo Ferrillo, presidente dell’Arci di Caserta, inoltre ha sottolineato: “Siamo convinti che l’integrazione non sia una bella parola al vento, ma una pratica quotidiana, che va sostenuta con percorsi formativi e lavorativi. Victor, Bright, Nini e Amadou sono la testimonianza concreta di un nuovo modo di intendere l’accoglienza. I risultati del loro lavoro, che ribadiamo, non comporta nessun onere aggiuntivo per nessun ente territoriale, saranno tangibili a tutti, in primis ai turisti e ai cittadini che ogni giorno affollano uno dei monumenti patrimonio dell’Umanità.  D’altronde, solo così vengono esaltati i valori dell’accoglienza integrata, così come la intendiamo noi: è necessario andare oltre la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento. E tutto ciò è possibile solo grazie alla costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Rispetto al protocollo per l’accoglienza sottoscritto dal Ministro Minniti a Napoli nel 2017 la cooperativa Solidarci è riuscita a mettere al centro di questo progetto la dignità del lavoro, che resta un faro anche e soprattutto per noi. Non parliamo dunque di volontari, ma di apprendisti giardinieri al servizio della comunità che ha offerto loro una nuova prospettiva di vita”.

I lavori sono stati conclusi dal sottosegretario agli Interni Domenico Manzione: “Caserta si distingue per aver messo in piedi uno degli Sprar più significativi a livello nazionale. In questo territorio operano alcune delle migliori realtà italiane nei settori dell’accoglienza e dell’integrazione. Noi abbiamo seguito anche un altro progetto molto significativo, nato proprio all’ombra della Reggia: si tratta del Piedibus. In questo caso: i genitori affidano ai richiedenti asilo politico la cosa più preziosa che hanno, i loro figli. Un simile risultato non sarebbe possibile se non ci fossero associazioni, enti e singoli che lavorano sul territorio in modo tale da abbattere le barriere della diffidenza e del razzismo”. Alla conferenza stampa di questa mattina hanno preso parte anche Antonio Papa, fascia tricolore di Santa Maria La Fossa, Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale SPRAR; Giovanpaolo Guadino, Presidente dell’agenzia per il lavoro – Mestieri Campania nonché Walter Massa, responsabile della Rete Accoglienza dell’Arci Nazionale.

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