rotate-mobile
Cronaca Casal di Principe

Quadri ottocenteschi a casa del boss, l'infiltrato fotografa la 'galleria' rubata

Sentito in aula un nobile a cui sono state sottratte le tele preziose

Spuntano quadri dell'800 rubati in una villa patrizia in Veneto e custoditi a Casal di Principe presso i familiari di Luciano Donadio. E' la circostanza emersa nel corso del processo alla cellula del clan dei Casalesi che aveva messo le sue radici in Veneto. 

E' stato un nobile, residente a Roma, a parlare, durante il processo della cosca criminale, della scomparsa di alcuni quadri dell'800, tra cui anche tele di Hayez, dalla sua casa. Tele che sarebbero state fotografate da parte di Vincenzo Vaccaro, il pentito che ha inizialmente svolto il ruolo di 'infiltrato' tra le maglie del sodalizio criminale, durante una delle sue gite a Casal di Principe. Per Vaccaro tra quei quadri ci sarebbero anche opere di Caravaggio (circostanza mai confermata) ma il nobile veneziano avrebbe riconosciuto anche alcune delle tele sottratte dalla sua abitazione anche se "potrebbe trattarsi anche di copie". Insomma, che si tratti degli originali o di fac simile, quei quadri sono stati visti e fotografati proprio nel casertano. 

Ma non solo la passione per l'arte. Al centro del processo è finita anche una vicenda relativa a molestie amorose da parte di uno dei dipendenti dell'universo imprenditoriale di Donadio ai danni della figlia del titolare di un panificio, tra l'altro disabile. L'uomo si sarebbe rivolto a un esponente della Mala del Brenta, Silvano Maritan, per intercedere proprio con Donadio. Il boss di Eraclea per mostrare il pentimento del suo dipendente lo avrebbe finanche schiaffeggiato. Qualche tempo dopo, però, il panificio subì un attentato, con alcuni colpi di pistola esplosi contro le vetrine. Circostanza che per gli inquirenti è riconducibile alle intimidazioni del gruppo Donadio.  

Attentato come quello subito da un'impresa che si occupava della realizzazione di piscine amministrata da Fabio Sartorel ma di fatto amministrata da Graziano Poles (socio di Donadio). L'azienda, secondo quanto ha confermato un maresciallo dei carabinieri, subì l'incendio di un capannone. Poles in denuncia avrebbe accusato un altro imprenditore che vantava un credito nei loro confronti per dei lavori a Lignano Sabbiadoro. Donadio non volle intervenire. 

Si torna in aula giovedì con altri testimoni. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Brollo, Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quadri ottocenteschi a casa del boss, l'infiltrato fotografa la 'galleria' rubata

CasertaNews è in caricamento