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Cronaca Trentola-Ducenta

Picchiato nel bar ad 11 anni nella notte di Halloween, i 3 aggressori rischiano di salvarsi senza condanna

In tre sono stati rinviati a giudizi, ma da 2 anni il processo va a rilento e c'è il rischio prescrizione

Massacrato di botte in un bar ad 11 anni solo per essersi presentato, la notte di Halloween, a porre la domanda: “Dolcetto o scherzetto”. Il grave episodio avvenne nel 2014 in un bar di Trentola Ducenta.

Titolare e clienti non avevano voglia di regalare doni a quel ragazzino ma lo tennero chiuso nel bar, colpendolo a suon di schiaffi e pugni, mentre gli amichetti erano fuori terrorizzati. Un incubo l’Halloween 2014 per un ragazzo allora undicenne, “ma la cosa che fa più male – dice Nicola Abate, padre della vittima all’Ansa – è che dopo tanto tempo giustizia ancora non è stata fatta Otto anni per avere giustizia sono tanti, anche in un territorio come il nostro dove di procedimenti penali se ne fanno numerosi”. L’episodio, avvenuto il 30 ottobre 2014, fu subito denunciato; furono quindi ascoltati dalla Procura di Napoli Nord, con modalità protette, gli amichetti del ragazzino, che confermarono tutto.

L’indagine rimase però ferma quasi per tre anni, fino al 2017, quando quattro persone, tra cui il titolare del bar, furono rinviate a giudizio ma per il solo reato di lesioni, “non per aver rinchiuso mio figlio nel bar – prosegue Abate – trattenendolo contro la sua volontà, o per aver spento la luce per parecchi minuti provocandogli sentimenti di terrore e paura; tutte circostanze accertate. Il pm ritenne infatti che non vi fosse stato sequestro“. Il ragazzino, oggi 19enne, ci ha messo del tempo a riprendersi e a superare il trauma psicologico. Il processo intanto è iniziato nel 2019, ed ora, tra rinvii per il Covid e di altro tipo, con una nuova udienza fissata al tribunale di Napoli Nord per il 25 maggio 2022, il reato rischia seriamente di cadere in prescrizione.

“Eppure la denuncia – ricorda Abate – è stata presentata il 31 ottobre 2014, quando il Tribunale di Napoli Nord aveva aperto ad Aversa da poco più di un anno (settembre 2013, ndr); dopo neanche dodici mesi era già al tracollo?” In quel periodo – ottobre 2014 – il carico del nuovo tribunale non era ancora così pesante come oggi, ma già si scontavano sull’andamento della macchina giudiziaria gravi carenze di organico e risorse, peraltro ancora oggi presenti seppur in misura meno critica.

Abate vuole scrivere al Ministro di Grazia e Giustizia Marta Cartabia, da cui vorrebbe avere “una spiegazione di questi ritardi abissali della giustizia. Che senso ha ricorrere all’autorità giudiziaria se l’unico risultato che si ottiene è perdere tempo e danaro, subendo la beffa di vedere impuniti coloro che hanno commesso i più svariati reati?”.

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