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Cronaca Casal di Principe

Si pente il genero del boss Cicciotto e' Mezzanotte

Vincenzo D'Angelo, marito di Teresa Bidognetti, ha iniziato a collaborare con gli inquirenti

Si pente Vincenzo D'Angelo, marito di Teresa Bidognetti, genero di Cicciotto e' Mezzanotte e nuova espressione sul territorio del clan dei Casalesi fazione Bidognetti.

Vincenzo D'Angelo, dopo essere stato arrestato poche settimane fa nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Napoli sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi in particolare delle fazioni Schiavone e Bidognetti con le nuove intese per la spartizione del potere, ha iniziato a collaborare con gli organi inquirenti. I suoi familiari, compresa la moglie Teresa Bidognetti anch'ella coinvolta nella medesima inchiesta, sono stati trasferiti in località protetta.

D'Angelo ha iniziato a raccontare ai magistrati antimafia fatti e vicende della famiglia Bidognetti, del loro impero economico e camorrista. Un pentimento di un congiunto che segue quello del settembre del 2007 di Anna Carrino, ex compagna storica di Francesco Bidognetti e madre di Teresa , Katia e Gianluca Bidognetti, i nuovi reggenti del clan dei Casalesi secondo quanto emerso dell'inchiesta.

Secondo gli inquirenti, in seno alla famiglia di Cicciotto e' Mezzanotte, D'Angelo non ha mai avuto il suo ruolo di consorte di Teresa ma ne è stato parte attiva. Era lui che si recava ai colloqui detentivi col suocero Ciccotto e' Mezzanotte per informarlo sulle situazioni inerenti gli equilibri economici della famiglia. Era il punto di riferimento all'esterno della famiglia Bidognetti, tanto che da un telefono cellulare introdotto illegalmente nel carcere di Terni dov'è detenuto il cognato Gianluca, colui in quale ha in mano le redini del Clan, riceveva direttive in ordine alla gestione operativa ed economica dell'organizzazione.

Sempre per gli inquirenti, a D'Angelo è stata affidata la gestione delle bische clandestine ed i relativi proventi. A lui è spettata la raccolta dei proventi delle attività estorsive con la divisione in seno alla famiglia. A D'Angelo è deputata anche la gestione del racket del caro estinto. Infatti in nome e per conto del Clan assegnava i territori dove fare svolgere i servizi funebri alle imprese che avevano creato un cartello di cui socio occulto ne era proprio la famiglia Bidognetti. Dall'inchiesta è emerso un ruolo sempre più ingerente in famiglia, tanto da portare D'Angelo a prese di posizione autonome come la spedizione punitiva nei confronti di Attilio Guida, zio di Emilio Martinelli legato alla fazione Schiavone. Posizioni che hanno creato non pochi attriti con lo stesso cognato Nanà.

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