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Cronaca San Felice a Cancello

Dispositivo di sicurezza disattivato, così Aniello è morto in fabbrica

Il retroscena svelato dal perito informatico nominato dalla Procura. I colleghi: "Manovra che facevamo tutti"

Le misure di sicurezza del pallettizzatore automatico erano state disattivate. Lo ha confermato il tecnico infomatico incaricato dalla Procura nel corso del processo per la morte di Aniello Bruno, l'operaio 32enne di San Felice a Cancello morto sul lavoro in un pastificio a Polvica di Nola nel luglio del 2018.

Il perito ha parlato del bypass effettuato che avrebbe minato la sicurezza sul lavoro (circostanza contestata al responsabile della sicurezza). Nel corso dell'udienza sono stati ascoltati anche alcuni colleghi di Aniello che hanno evidenziato le procedure note all'interno dello stabilimento per la rimozione di lembi dal pallettizzatore. Fu proprio per effettuare tale manovra che Aniello, mentre si trovava disteso a terra, venne schiacciato dal macchinario. Ma, almeno da quanto ribadito da altri lavoratori del pastificio, al suo posto poteva esserci chiunque essendo quella manovra ben nota ai dipendenti dello stabilimento. 

Sotto processo per la morte bianca ci sono il proprietario del pastificio, il responsabile della sicurezza, quello della manutenzione ed altri due imputati accusati, a vario titolo, di omicidio colposo. Si torna in aula a fine gennaio. I familiari di Bruno si sono costituiti parte civile con l'avvocato Carlo Perrotta. 

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