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Cronaca Teano

“Serena morta soffocata con la testa in un sacchetto: poteva essere salvata”

La deposizione dei medici legali al processo per omicidio a carico dell’ex comandante, del figlio e della moglie

Serena Mollicone è rimasta legata, con la bocca ed il naso ‘chiusi’ da un nastro adesivo e la testa in un sacchetto, per trenta minuti. Una lenta agonia che poi l’ha portata alla morte. La giovane di Arce, assassinata a giugno 2001, dunque, poteva essere salvata.

A fugare ogni dubbio sono stati i medici legali che venerdì hanno deposto dinanzi alla Corte d'Assise del tribunale di Cassino nel processo che vede imputati l'ex comandante della Caserma dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola di Teano, la moglie Anna Maria e il figlio Marco.

Pubblica accusa e difesa, rappresentanti dalla scienziata Cristina Cattaneo, andropologa di fama mondiale e dal professor Giorgio Bolino (che rappresentava i tre componenti della famiglia Mottola) in un coro unanime, hanno riferito al presidente Massimo Capurso che l'arma del delitto non è stata la porta contro la quale la diciottenne potrebbe aver battuto il capo ma quanto poi applicato sul suo volto da mani ignote. 

Come riporta FrosinoneToday, l'udienza ha visto protagonisti anche i periti di parte di Vincenzo Quatrale che hanno escluso che l'uomo possa aver 'istigato' con il suo comportamento, il suicidio del brigadiere Santino Tuzi morto l'11 aprile del 2008 poco giorno dopo aver riferito agli inquirenti della Procura di Cassino di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma dei carabinieri di Arce, quella maledetta mattina dal 1° giugno del 2001. Incalzanti le domande degli avvocati della parte civile rappresentanti da Sandro Salera ed Antony Iafrate per Consuelo Mollicone, sorella di Serena, Dario De Santis per Antonio Mollicone, zio della giovane uccisa e fratello di Guglielmo, Federica Nardoni per Armida Mollicone, zia di Serena e sorella di Guglielmo, Elisa Castelucci, difensore di Maria Tuzi, figlia del brigadiere Santino. 

Il dibattimento proseguirà con le udienze del 22 e del 24 giugno e che vedranno sfilare alcuni testimoni ed ex ufficiali dell'Arma dei Carabinieri mentre il 29 giugno avrà inizio la discussione. La sentenza è prevista per il 15 luglio prossimo. 

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