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Cronaca Parete

Omicidio Ruggiero, il killer abusato da un prete pedofilo

Il legale di Guarente deposita un fascicolo con 5 testimonianze: "E' stato violentato per 5 anni"

Un raptus di follia causato dagli abusi sessuali subiti da adolescente da parte di un prete. E' il nuovo quadro che emerge su Ciro Guarente, l'ex cuoco della Marina Militare reo confesso dell'omicidio di Vincenzo Ruggiero, l'attivista gay 25enne di Parete, ucciso in un'abitazione di Aversa poco meno di un anno fa. 

GLI ABUSI DEL PRETE

Emergono dettagli inquietanti dal fascicolo depositato dall'avvocato difensore di Guarente, Dario Cuomo, che in un anno di indagini difensive ha raccolto 5 testimonianze sugli abusi subiti dal suo assistito da parte dell'ex parroco di Ponticelli, don Silverio Mura. Un racconto agghiacciante, quello fatto da altre vittime e raccolto dall'avvocato Cuomo ed ora finito sulla scrivania del pm Petronella, sui rapporti sessuali tra Guarente ed il prete avvenuti all'inizio degli anni '90 quando il killer di Vincenzo Ruggiero era poco meno che adolescente.

"Abusi durati 4 o 5 anni - rivela l'avvocato Cuomo a Caserta News - e che possono portare a commettere un gesto mostruoso come quello commesso". Insomma un raptus di follia - "contemplato da studi psichiatrici che vanno in tal senso", spiega l'avvocato - che va a modificare anche il movente del delitto, fino ad oggi riferibile a questioni passionali con Ruggiero che viveva insieme ad Heven Grimaldi, la trans ex fidanzata di Guarente. 

"Non intendiamo nasconderci dietro un dito - spiega riferisce ancora l'avvocato Cuomo - Guarente ha confessato il delitto. Ma queste investigazioni rappresentano un atto di lealtà nei suoi confronti". Un fascicolo dal pm transiterà negli atti del processo, nel corso del giudizio con abbreviato con l'udienza preliminare fissata fra una quindicina di giorni.

UN NUOVO INTERROGATORIO

Non solo il fascicolo difensivo. Guarente ha chiesto di essere nuovamente ascoltato dagli organi inquirenti per fornire nuovi dettagli, dare un contributo in termini investigativi anche su altre persone coinvolte nel delitto (ad oggi risulta indagato Francesco De Turris, accusato di aver ceduto la pistola calibro 7,65 con cui venne ammazzato Ruggiero.

L'OMICIDIO

L'omicidio  fu efferato. Quella sera del 7 luglio dell'anno scorso Guarente si presentò nell’appartamento di Aversa per un chiarimento con Vincenzo, terminato in una lite che provocò la morte del 25enne che venne fatto sparire. Quello di Vincenzo doveva sembrare un “allontanamento volontario”. Poi, il 29 luglio, il macabro ritrovamento dei resti di Ruggiero in un garage di via Scarpetta, una volta adibito ad autolavaggio. Il cadavere era stato sezionato, cosparso di acido muriatico e in parte occultato sotto uno strato di cemento fresco. 

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