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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Ucciso in un "tragico gioco", chiesti 16 anni per il killer del giovane pizzaiolo

Inizi il processo d'Appello: il procuratore chiede un sconto per Zampella

La derubricazione parziale dell’accusa con contestuale sconto di pena: è questa la richiesta avanzata dal procuratore generale quest’oggi nel processo davanti alla Terza sezione della Corte di Assise d’Appello di Napoli che vede imputato il 20enne di Caserta Antonio Zampella per l’omicidio dell’amico Marco Mongillo.

Il procuratore ha chiesto una pena a 16 anni di carcere a fronte di una condanna in primo grado a 19 anni ed 8 mesi: a mutare, nella contestazione dell’accusa, è stato il dolo divenuto “eventuale”. Nell’udienza di oggi hanno discusso anche gli avvocati di parte civile Gerardo Marrocco e Di Nardo, mentre è stata rinviata la discussione degli avvocati difensori Michele Di Fraia e Peppe Foglia a fine mese.

Mongillo, giovane pizzaiolo, fu ucciso in un appartamento del rione Santa Rosalia a Caserta nel luglio di due anni fa con un colpo di pistola alla testa. Il killer Zampella ha sempre parlato di un gioco finito male, una tesi che non ha mai convinto la Procura in un delitto che ha tanti punti ancora oscuri e che resteranno probabilmente tali anche dopo la morte di Vincenzo Mongillo, il fratello di Marco, presente al momento dell'omicidio e che si è suicidato pochi mesi dopo non riuscendo a sopportare il peso enorme di quanto accaduto. 

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