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Cronaca San Felice a Cancello

Omicidio su commissione: difese provano a scardinare ricostruzione Procura

I difensori di Nasta pronunciano le loro arringhe nel processo in Appello per il delitto di Matarazzo

Volge ormai alle battute finali il processo in Corte d'Appello per l'omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore beneventano ucciso a colpi di pistola a Frasso Telesino nel luglio 2018. 

Nel corso dell'udienza celebrata dinanzi alla Terza Sezione della Corte d'Assise d'Appello di Napoli, hanno discusso i difensori di Generoso Nasta, 33enne di San Felice a Cancello condannato in primo grado all'ergastolo e per il quale la procura generale ha chiesto la conferma del massimo della pena. Di segno opposto le arringhe dei suoi difensori - gli avvocati Orlando Sgambati ed Angelo Raucci - che hanno chiesto l'assoluzione del loro assistito. Si torna in aula fra qualche giorno per la discussione dell'avvocato Angelo Leone che con il collega Mario Palmieri difende il coimputato Giuseppe Massaro, 57enne di Sant'Agata de' Goti, pure condannato all'ergastolo in primo grado con relativa richiesta di conferma in Appello. 

Secondo la ricostruzione, Massaro avrebbe fornito l'arma, una 357 Magnum, e l'auto utilizzata per commettere l'agguato, una Croma, guidata poi da Nasta. I due avrebbero ricevuto in cambio della loro opera soldi (circa 13mila euro). A fare da sfondo al delitto una vicenda torbida. Matarazzo era stato scarcerato da circa un mese dopo aver scontato 11 anni di carcere perché riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni della 15enne che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero. Per la Procura l'omicidio sarebbe stato commissionato per vendetta. 

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