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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Capodrise

Michele morto dopo lo schianto in moto, indagati automobilista e medico

Un 27enne di Capodrise dovrà rispondere di omicidio stradale. Il professionista ha redatto un falso certificato sul decesso del 31enne

Un 27enne di Capodrise indagato per omicidio stradale e un medico per falso. Sono queste le due ipotesi di reato su cui indaga la Procura di Nola per la morte di Michele Siciliano, il 30enne di Camposano spirato lo scorso 2 agosto per le conseguenze di un drammatico incidente avvenuto il 20 giugno sull'A30, in località Palma Campania.

Lo rende noto lo studio legale 3A attraverso il consulente legale Vincenzo Carotenuto, a cui si sono rivolti i familiari della vittima per avere giustizia. Siciliano la sera del 20 giugno finì a terra dopo l'impatto con una vettura condotta dal giovane capodrisano. Venne trasportato prima al Santa Maria della Pietà di Nola e poi trasferito, in ragione del suo pesante quadro clinico, all’ospedale del Mare di Napoli. Qui ha subìto diversi interventi chirurgici, ha lottato per oltre quaranta giorni di anche lucida agonia, tra momenti di sconforto e momenti in cui invece pareva potesse farcela, finché alle 2.20 del 2 agosto il suo cuore si è arreso, gettando nella disperazione i suoi cari e i tantissimi amici.

Non bastasse, la mamma e il fratello hanno dovuto vivere il secondo shock del “blocco” del funerale in quanto gli agenti del distaccamento di Nola della Polizia Stradale, che avevano rilevato il sinistro e seguito tutta la vicenda, e che peraltro sarebbero stati avvisati in ritardo dall’ospedale del Mare del decesso, per puro caso - e per fortuna - si sono accorti che nel certificato di morte, con annessa attestazione per la cremazione, il medico estensore, in servizio quella notte presso il reparto di Rianimazione, aveva escluso che essa potesse essere “conseguenza di un reato qualsiasi”, laddove invece Siciliano era chiaramente deceduto in seguito a un sinistro stradale su cui vi era già un fascicolo aperto in Procura.

Grazie all’intervento dei poliziotti, la salma è così rimasta ancora per qualche giorno a disposizione dell’autorità giudiziaria che, altrettanto opportunamente, ha subito disposto l’autopsia, essenziale non solo e tanto per chiarire le cause del decesso, ovviamente riconducibile direttamente alle conseguenze dell’incidente, ma soprattutto per escludere, visto il notevole lasso di tempo intercorso tra il sinistro e la morte, qualsiasi responsabilità dei medici che l’hanno avuto in cura e anche per trarre, dall’accertamento delle lesività, elementi utili alla ricostruzione della dinamica dello scontro. L’esame è stato effettuato il 4 agosto dal medico legale incaricato dal Pm, il dott. Massimo Esposito.

Il dottore che ha redatto il certificato “incriminato”, A. D. L., 43 anni, di Napoli, è stato a sua volta denunciato per falso in atto pubblico e omissione di atti di ufficio.

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