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Cronaca Grazzanise

Muore dopo incidente sul lavoro, in aula la moglie della vittima

La donna era presente al momento dell'accordo sull'intervento da svolgere

"I lavori sono stati affidati a mio marito dai Cacciapuoti e nessuno dei due ha parlato della pericolosità della tettoia dell'azienda agricola". È la dichiarazione resa dalla moglie di Antonio Valente, operaio morto a seguito di una caduta dalla tettoia di una azienda agricola i cui lavori di rifacimento gli erano stati affidati il 23 gennaio 2020, nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al giudice monocratico Marzia Pellegrino del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per l'omicidio colposo del congiunto.

Sotto processo per omicidio colposo in concorso e violazione dei obblighi del committente sono finiti Alfonso Cacciapuoti, 29enne di Grazzanise, ed il padre Edoardo Gerardo Cacciapuoti, di 55 anni, rispettivamente in qualità di committente e titolare dell'azienda agricola. Il più anziano è ritenuto il committente di fatto dei lavori di riparazione dell'intonaco di una tettoia in eternit della loro azienda zootecnica sita sulla Strada Provinciale 333 a Grazzanise in località Acquaro, affidati ad Antonio Valente il quale non risultava iscritto alla Camera di Commercio né era titolare di alcuna posizione Inps. L’operaio, nel ripararla, cadde da circa 4 metri di altezza ed a causa delle lesioni gravissime spirò 5 giorni dopo l'incidente (il 28 gennaio 2020) presso la Clinica Pineta Grande di Castel Volturno.

Antonio Valente, secondo il racconto della moglie che fu presente alla trattativa dell'affidamento dei lavori, doveva occuparsi, oltre che di opere di rifacimento dell’intonaco, anche della riparazione di una tettoia pericolante scoperta poi essere interamente fatta di eternit. Era il 23 gennaio 2020 quando l'operaio salì mediante una scala sulla tettoia che in pochi secondi cedette e dopo un volo di 4 metri Valente precipitò al suolo riportando lesioni gravissime. Venne trasportato d'urgenza presso la Clinica Pineta Grande di Castel Volturno dove spirò 5 giorni dopo per arresto cardio circolatorio per via dei politraumi al cranio, al volto ed al torace. L'azienda zootecnica venne sequestrata ad opera dei carabinieri della locale stazione ed i congiunti Cacciapuoti vennero ritenuti responsabili della morte dell'operaio. Si torna in aula la prima metà del mese di marzo per le escussioni dei testi della Procura. Nella difesa sono impegnati gli avvocati Francesco Parente per i familiari delle vittime e Paolo Raimondo per gli imputati.

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