Morti alla Firema, dubbi degli operai sull'amianto in fabbrica
Il processo per omicidio colposo a carico dell'azienda casertana
Lavoravano alla Firema ma sulla presenza di amianto in fabbrica non ci giurerebbero, anzi quasi la sconfessano. E' quanto accaduto nel corso del processo a carico degli ex amministratori delegati dell'azienda, Mario e Giovanni Fiore, ed agli altri ex dirigenti Enzo Ianuario, Maurizio Russo, Giovanni Iardino, Giuseppe Ricci e Carlo Regazzoni, accusati di omicidio colposo di 19 lavoratori mentre l'accusa di lesioni è stata stralciata.
I dipendenti sentiti non sono stati in grado di riferire se in azienda vi fosse presente amianto né se ci sia una correlazione con i problemi cardio-respiratori, sofferti da entrambi. Si torna in aula a fine settembre. Nel processo sono impegnati tra gli altri gli avvocati Giuseppe Stellato e Gennaro Ciero. Molti lavoratori o loro eredi e la Cgil si sono costituiti parti civili con gli avvocati Domenico Cannavacciuolo e Sergio Tessitore.
Gli imputati erano usciti indenni, per prescrizione o assoluzione, dal primo processo, in cui la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva contestato il reato più lieve di rimozione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Poi il pm Giacomo Urbano ha aperto una seconda indagine, contestando però l’omicidio colposo; una strategia che ricorda quella seguita dalla Procura della Repubblica di Torino in relazione alla vicenda dell’Eternit.