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Cronaca Aversa

Minaccia testimoni per farli ritrattare, esce dal carcere e viene spedito fuori regione

La disposizione del gip che ha accolto la richiesta dell'avvocato difensore

Torna libero Nicola Kader Sergio, 35enne di Aversa accusato di subordinazione di testimone aggravata dal metodo mafioso: minacciò e poi offrì denaro per far ritrattare le accuse alla vittima di un sequestro e sua moglie. È quanto disposto dal gip Nicoletta Campanaro del Tribunale di Napoli applicando la misura cautelare perdonare del divieto di dimora in Campania in sostituzione della detenzione carceraria.

Nicola Kader Sergio, alias o' mastrone,. difeso dall'avvocato Ferdinando Letizia era uno dei 5 destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere(lui era associato alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere) all'esito di un'articolata attività di indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe e coordinata dalla Dda di Napoli che ritenne Bernardo Crispino, Francesco Frascogna, Antonio ed Emanuele Tornincasa, oltre che lo stesso Nicola Kader Sergio, responsabili di sequestro di persona a scopo di estorsione ed intralcio alla giustizia, reati aggravati dal metodo mafioso.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Kader Sergio avrebbe cercato di convincere la vittima di un sequestro di persona avvenuto nel febbraio 2020  e la moglie a ritrattare le dichiarazioni rese agli organi inquirenti. Per essere più convincente provó ad intimorire le parti offese dichiarandosi affiliato al clan dei Casalesi.

Inoltre venne proposto alle vittime anche del denaro per far fronte alle spese legali fino a quel momento sostenute o anche la somma di 1000 euro per "togliere di mezzo" le accuse. Le vittime però denunciarono i tentativi degli indagati favorendo il loro arresto. Avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di veder chiusa la faccenda che li vedeva coinvolti.

Nel mese di febbraio 2020 la vittima venne prelevata all'esterno di un bar a Casal di Principe dai Tornincaca (padre e figlio). Una sosta a Formia presso il domicilio di un 'garante' ma la trattativa non ebbe un buon epilogo. Il malcapitato venne portato a Castel Volturno nei pressi di un lago e venne minacciato con due pistole. Gli venne legato un cappio al collo con una grossa pietra all'estremità con la minaccia di esser gettato in acqua se non avesse saldato il proprio debito. Un debito di droga del valore di 30.000 euro. Ottenuta la promessa del saldo la vittima venne riaccompagnata a Casal di Principe dove i suoi sequestratori trovarono i carabinieri ad attenderli allertati dalla moglie preoccupata per l'assenza del marito.

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