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Cronaca Pignataro Maggiore

Minacciati da Ligato per il terreno al cimitero: "Vi siete presi il sangue della mia famiglia"

Il figlio del boss pretende la restituzione o il pagamento di 18mila euro: "Lo abbiamo ereditato"

"Vi siete appropriati del sangue della mia famiglia; il terreno del cimitero è della mia famiglia. Prima di acquistarlo dovevate venire a chiedere a me. Ora o mi date i soldi o mi restituite il terreno". Sono le parole proferite da Pietro Ligato a cui fanno seguito minacce e richieste estorsive ai danni di alcuni esercenti di Pignataro Maggiore mentre rivendica un lotto di terreno del cimitero comunale che ritiene aver ricevuto in eredità dalla famiglia Abbate, storica affiliata al clan Lubrano-Ligato.

Sono gli ulteriori retroscena dell'inchiesta dei carabinieri della compagnia di Capua coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che ha portato all'arresto dei tre figli del  boss Raffaele Ligato ossia Pierino, Felicia e Raffaele Antonio nonché di Fabio Papa, ritenuti responsabili di estorsione, tentata estorsione, lesioni personali con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa.

Il titolare di un distributore di carburante di Pastorano la sera del 28 settembre scorso dopo la chiusura del distributore di carburante mentre era alla guida della sua Toyota Aygo nel comune di Pastorano venne speronato da un furgone cassonato Fiat Iveco di colore bianco ed inseguito fino al comune di Vitulazio. Riuscì a divincolarsi poiché imboccò fortuitamente una rotatoria. Lo speronamento provocò considerevoli danni alla fiancata sinistra della propria vettura. Un episodio che venne denunciato ai carabinieri della compagnia di Capua.

La vittima in un primo momento sporse denuncia contro ignoti per paura. Fu il fratello della vittima, il titolare di un bar tabaccheria a Pignataro Maggiore, a raccontare ai carabinieri la vera motivazione di quanto accaduto al fratello. Ciò era riconducibile all'acquisto di un lotto di terreno all'interno del cimitero comunale di Pignataro Maggiore confiscato alla famiglia Abbate storica affiliata al clan Lubrano-Ligato e venduto all'asta. Tale lotto venne acquistato dalla famiglia delle vittime dove fu eretta una cappella gentilizia. Un acquisto che non venne visto di buon grado da Pierino Ligato che riteneva di aver ricevuto quel lotto in eredità poiché di proprietà di Antonio Abbate e lo rivendicava. Pietro Ligato si recò presso la tabaccheria per chiedere del fratello del titolare e del padre perché la questione doveva sistemarsi. I due congiunti vennero portati in un terreno a Pastorano da Pietro Ligato dopo aver chiesto loro di lasciare la vettura ed i cellulari in auto e di seguirli a piedi presso un uliveto.

Lì si concretizzò la richiesta estorsiva di 18.000 euro per il risarcimento all'acquisto 'indebito' del lotto di terreno nel cimitero di Pignataro Maggiore da consegnare tale cifra in 3 rate da 6000 euro cadauna. A nulla valsero le  giustificazioni dei due congiunti riguardo la non conoscenza della provenienza originaria del terreno in capo alla famiglia Abbate, del regolare acquisto mediante aggiudicazione a seguito di bando comunale e dell'onerosità dei lavori edili per la costruzione della cappella: il terreno doveva rientrare nella disponibilità della famiglia Ligato perché  ereditato. Da quell'incontro qualche giorno dopo fece seguito lo speronamento e l'inseguimento.

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