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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Grazzanise

Cavalli di ritorno, i colpi in 4 comuni. La banda aveva un prezzario. In cella l'unico incensurato

D'Ambrosca dava le 'imbeccate' per i furti. Fino a 2500 euro per riavere i mezzi

Dal furto di un trattore in un'azienda agricola nel Comune di Santa Maria La Fossa, commesso nel maggio del 2018, é partita l'attività di indagine dei carabinieri della stazione di Grazzanise coordinata dal tenente Felice Izzo comandante del nucleo operativo radiomobile di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all'individuazione di sei persone (4 cittadini italiani e 2 rumeni) ritenute a vario titolo responsabili di furto aggravato, estorsione ai danni di titolari di aziende agricole e ricettazione. 

I colpi messi a segno in 4 comuni

In occasione di quel furto i militari acquisirono elementi preziosi che diedero vita alla lunga attività di indagine durata circa un anno (da marzo 2018 a gennaio 2019) che attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi di tabulati telefonici, acquisizione di immagini di sistemi di videosorveglianza nonché servizi di osservazione e perquisizioni ha consentito così di sgominare la banda del cavallo di ritorno che colpiva i Comuni di Santa Maria La Fossa, Cancello ed Arnone, Grazzanise e Castel Volturno. 

In carcere l’unico incensurato

Di ben 11 furti (di cui uno tentato) e 3 episodi estorsivi ed un episodio di ricettazione sono le ipotesi delittuose  contestate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere a carico di Danilo D'Ambrosca (unico incensurato e sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere dopo esser stato intercettato in Emilia Romagna), Giovanni Barone, Ferdinando De Rosa, Serafin Raul Bacrau (sottoposti agli arresti domiciliari), Antonio Carmellino e Titi Ionut Bajnaru (destinatari dell'obbligo di dimora nel comune di residenza ed obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). 

Il prezzario della banda: fino a 2500 euro per riavere il mezzo

Il ‘modus operandi’ della banda era semplice: individuavano le aziende da colpire in base alla disponibilità dei mezzi all'interno delle strutture ed il loro valore sul mercato. Messo a segno il colpo contattavano i titolari delle aziende estorcendo loro somme di denaro per ottenere la restituzione dei mezzi asportati illecitamente. Le cifre richieste per la restituzione della refurtiva avevano una sorta di ‘prezzario': un minimo di 500 euro per i mezzi agricoli più vecchi ad un massimo di 2.500 euro per quelli più all'avanguardia. Il valore complessivo delle somme estorte si aggira intorno agli 8.000 euro. 

L’esperto del gruppo dava le ‘imbeccate’ sui colpi

Seppur non riconosciuto a carico della banda criminale il reato di  associazione a deliquere é pur vero che Danilo D'Ambrosca ha assunto il ruolo chiave di coordinatore delle attività illecite. Una sorta di 'esperto del gruppo' che imbeccava i restanti partecipanti al sodalizio criminale su come muoversi all'interno dei Comuni presi di mira, come avvicinarsi agli ignari titolari e come 'piazzare' la refurtiva sul mercato. Per 'parcheggiare' i mezzi derubati in attesa di esser restituiti dietro corrispettivo in denaro o rivenduti nel caso in cui il cavallo di ritorno non andasse a buon fine, veniva utilizzato un deposito presso un'azienda agricola a Grazzanise. Tale deposito era nella disponibilità di Danilo D'Ambrosca e di Giovanni Barone a carico dei quali é stato perciò riconosciuto il reato di ricettazione in concorso. In due occasioni infatti il capanno venne usato per custodire, in attesa di esser piazzati sul mercato una fresa agricola ed un trattore. Proventi illeciti la cui restituzione estorta non ebbe un buon esito.

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