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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

"Ergastolo ostativo incostituzionale": i boss dei Casalesi sperano nella liberazione anticipata

La Consulta interviene sulla questione: benefici possibili dopo 26 anni di reclusione e davanti ad un "ravvedimento sicuro"

L'ergastolo ostativo è incostituzionale anche se il condannato sta espiando una pena per reati di mafia. Lo ha sancito la Corte Costituzionale che ha dato al Parlamento un anno di tempo, con la dead line fissata al maggio 2022, per intervenire con modifiche legislative.

La decisione dei giudici

La Consulta, intervenuta dopo la sentenza della Cassazione del 2019 che aveva aperto ai permessi premio anche per l'ergastolo ostativo, doveva decidere se consentire anche la liberazione condizionale. La Corte ha anzitutto rilevato che la disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo "preclude in modo assoluto, a chi non abbia utilmente collaborato con la giustizia, la possibilità di accedere al procedimento per chiedere la liberazione condizionale", anche dopo 26 anni di detenzione e quando il suo ravvedimento risulti sicuro. I giudici hanno, dunque, osservato che "tale disciplina ostativa, facendo della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo". 

Un anno di tempo per le modifiche 

"Tuttavia, l’accoglimento immediato delle questioni rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell’attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata", si legge nella nota della Corte Costituzionale. Per questo la Corte "ha stabilito di rinviare la trattazione delle questioni a maggio 2022, per consentire al legislatore gli interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia".

I Casalesi che sperano

Quindi i boss adesso possono chiedere la liberazione anticipata. Tra coloro che possono beneficiare della norma spiccano nomi eccellenti da Francesco Schiavone detto Sandokan a Francesco Bidognetti, alias Cicciotto 'e Mezzanotte (detenuto dal 1993) che, però, non hanno mostrato segni di "ravvedimento". Differente la situazione per il capoclan Michele Zagaria a cui manca ancora molto prima di raggiungere i 26 anni di detenzione (è detenuto da circa 10 anni). Tra coloro che invece potrebbero vedersi accolta la richiesta c'è Francesco Schiavone 'Cicciariello', detenuto dal 2004 e che in vari procedimenti ha reso dichiarazioni autoaccusatorie mostrando quindi un ravvedimento sulle sue condotte criminali.

Le reazioni

"Per mafiosi e assassini l'ergastolo non si tocca", attacca il leader della Lega Matteo Salvini. In trincea anche i parlamentari M5S della commissioni Antimafia e Giustizia (nessun "passo indietro" sull'ergastolo ostativo, chiedono). Mentre il Pd apprezza la "scelta saggia" della Consulta di dar tempo al Parlamento di intervenire. Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, si augura che il legislatore intervenga "presto" ma "in modo da non pregiudicare l'efficacia di una normativa antimafia costata la vita a tanti uomini delle istituzioni". Per Antigone invece ''l'incostituzionalità è accertata e non si potrà tornare indietro''.

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