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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Cesa

La Cassazione dissequestra i supporti informatici sequestrati a giornalista

Erano stati inoltrati al Racis di Roma per essere analizzati. Ma ora quello che è stato rinvenuto potrebbe non entrare nelle indagini

Dissequestrati i supporti informatici del giornalista di Cesa Mario De Michele, indagato dalla Dda per aver simulato due attentati intimidatori.

La Corte di Cassazione ha disposto la restituzione dei supporti digitali - PC, smartphone ed hard disk - annullando sia il provvedimento del Riesame di Napoli, che aveva confermato il sequestro, sia il decreto del pubblico ministero che aveva disposto il sequestro in maniera "indiscriminata".

Al momento non sono state rese note le motivazioni della Suprema Corte. Il difensore di De Michele, l'avvocato Mario Griffo, ha sostenuto nel suo ricorso come quei supporti potessero contenere dati coperti dal segreto professionale dei giornalisti e che quindi dovessero essere acquisiti in contraddittorio con l'indagato e limitatamente a circostanze ritenute di interesse probatorio dell'indagine a carico del cronista. 

L'avvocato Griffo ha richiamato, nel suo ricorso, anche altre sentenze della suprema corte che vanno nella stessa direzione. Nella sentenza Bonini i giudici avevano sottolineato come "nei confronti di un giornalista professionista deve operare rigidamente il criterio di proporzionalità tra il contenuto del provvedimento ablativo di cui egli è destinatario e le esigenze di accertamento dei fatti oggetto delle indagini, evitando quanto più è possibile indiscriminati interventi invasivi nella sua sfera professionale", avevano scritto i giudici. 

Una linea che è stata confermata con la decisione su De Michele. I supporti, dopo il sequestro, erano stati inoltrati al Racis di Roma per essere analizzati. Con ogni probabilità quanto rinvenuto nei supporti di De Michele (e non oggetto dell'indagine che lo vede coinvolto) ora non potrà essere utilizzato.

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