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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Demolita casa abusiva: minacce al sindaco

Ruspe in azione in via Giacosa, la rabbia degli occupanti: "Non ha difeso le nostre famiglie"

Due famiglie di Casal di Principe da stamattina si ritrovano senza un tetto. Sono infatti arrivate le ruspe per abbattere un immobile dichiarato abusivo con sentenza definitiva ed in cui risiedono due famiglie. Come riporta l'Ansa è finito nuovamente nel mirino delle famiglia il primo cittadino Renato Natale coi cittadini che si sentono 'traditi' dall'amministrazione, che non li avrebbe difesi abbastanza.

Già da giorni gli inquilini dello stabile, situato in via Giacosa, criticano e minacciano Natale. "Sei tu il colpevole, dovevi avere più coraggio, avevi il potere di fare qualcosa ma non lo hai fatto, vieni a metterci la faccia", queste le accuse scagliate verso un sindaco che ha l'obbligo per legge di dar seguito alle ordinanze giudiziarie di demolizione, ma che pure negli ultimi anni si è battuto, anche da solo e sfidando la diffidenza politica, contro gli abbattimenti delle prime case, come ce ne sono a migliaia a Casal di Principe, situate in una zona senza alcun vincolo, che sia idrogeologico, paesaggistico o sismico, ed edificate decenni fa in un periodo in cui mancavano piani regolatori o altri strumenti urbanistici pubblici, e in cui la camorra casalese comandava il territorio scegliendo sindaci e assessori.

Oggi non è più così, Casale è una città rinata e quasi libera da quella criminalità, eppure sempre prigioniera di quel periodo di illegalità: sono oltre 1.300 a Casal di Principe le case edificate allora e dichiarate abusive con sentenza passata in giudicato e oggetto di ordinanza comunale di demolizione, 260 quelle per cui c'è un ordine di abbattimento giudiziario, che dunque vanno demolite senza se e senza ma.

"Non posso che applicare la legge" dice Natale, che però non se la prende con le famiglie che perderanno la casa. "Li capisco - dice - non possono che prendersela con il sindaco, che è l'istituzione a loro più vicina. Il mio sconforto non è per la loro rabbia, che giustifico, ma per non essere riuscito a risolvere la questione. E ciò che non giustifico è la scarsa attenzione della politica nazionale".

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