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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca San Felice a Cancello

De Lucia come un leone: "Adesso racconto la mia verità"

"Ad Alfano parlai di un carabiniere denunciato da un consigliere perché era amante della moglie"

Pasquale De Lucia si difende in aula e chiarisce punto per punto le contestazioni del pm Gerardina Cozzolino. L'ex sindaco di San Felice a Cancello, a processo con altri amministratori locali, dirigenti ed imprenditori per la presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed all'affidamento di appalti alle ditte amiche, si è sottoposto all'esame rispondendo alle domande del pubblico ministero e dei difensori, in particolare dei suoi Federico Simoncelli e Paquale Vigliotti. De Lucia ha chiarito alcune gare affidate a San Felice a Cancello sostenendo (lo ha detto più volte nel corso del suo esame) che "il mio ruolo da sindaco era quello di dare gli indirizzi politici, poi erano i dirigenti a bandire le gare e fare gli affidamenti".

IL SINDACO IN TRIBUNALE

De Lucia si è presentato in aula con una copiosa produzione documentale, in maglioncino blu ed una sciarpa al collo. Nervoso dalle prime battute di un'udienza tesa, con il pm Cozzolino che ha condotto l'esame con domande sempre più incalzanti. L'ex primo cittadino incassa fino ad ammettere una certa ansia testimoniata da quelle gocce prese in mattinata prima di recarsi in tribunale. Un De Lucia battagliero pronto a rispondere a "dire la mia verità. Lo aspetto da un anno e mezzo"

LA QUESTIONE TODIS

L'ex sindaco vacilla sulla questione del Todis dei Perrotta a cui "chiesi di privilegiare le persone del territorio nelle assunzioni ma sempre se in possesso dei requisiti". Un atto, ad avviso di De Lucia, dovuto al "61% di disoccupazione. Ogni giorno avevo file di persone che mi chiedevano aiuto, dalle ragazze madri ai genitori che mi chiedevano lavoro". E tra questi anche il comandante della polizia municipale Scarano, anch'egli imputato, che chiese aiuto per far assumere il figlio al Todis. Secondo la Procura quell'assunzione avrebbe fatto chiudere un occhio sulle irregolarità del supermercato.

Un'assunzione che qualora non fosse avvenuta "si sarebbe fermata la ciuccia". Una frase detta "per fare il gradasso". E sulle irregolarità "non ne ero a conoscenza", ha spiegato De Lucia al presidente del collegio Carotenuto. Al punto che avrebbe mandato controlli quando si accorse della costruzione di muretti a chiusura della piazza del parcheggio vicino al supermercato. "Di tutta San Felice - ha poi commentato il sindaco - furono assunte solo 2 persone su oltre 30 che mandai a fare il colloquio. Ho fatto 28 brutte figure".

I FONDI ALLE ASSOCIAZIONI

Il pm ha poi chiesto delucidazioni sui fondi dati ad associazioni sportive e culturali facenti capo ad Antonio Nuzzo, presidente della Virtus Carano e già consigliere proprio con De Lucia e che ricevette un contributo da 15mila euro. "Li demmo a tutti quelli che fecero richiesta e poichè avevamo residui attivi decidemmo di investirli nella squadra di calcio che disputava una serie importante, l'Eccellenza".

L'AREA MILITARE CHIESTA AD ALFANO

De Lucia ha poi parlato dell'area militare dismessa che il Comune voleva a tutti i costi e che era motivo dei frequenti incontri con il sottosegretario della difesa Gioacchino Alfano. "Ringraziai pubblicamente Alfano in consiglio comunale". Sottosegretario che in campagna elettorale del 2014 venne incontrato nell'azienda di Andrea De Lucia, imprenditore che ha investito molto nel capoluogo aprendo molti locali in via San Carlo. E sui presunti soldi dati da Andrea De Lucia all'ex sindaco, Pasquale De Lucia ha spiegato: "Era il coordinatore di una lista, si trattava dei debiti della campagna elettorale". E sull'appartarsi di Andrea De Lucia con l'ex sottosegretario il sindaco ha spiegato che "gli chiese di aiutare il cognato che stava facendo un concorso nell'esercito".

I RAPPORTI CON ALFANO

Come detto l'esame di De Lucia è stato un crescendo e quando la partita si è spostata sul piano politico è stato il sindaco a fare la parte del leone nell'aula di tribunale. De Lucia ha detto di incontrare "Gioacchino Alfano anche due volte al mese in quanto ero la persona di riferimento di Ncd in provincia di Caserta". E sulla richiesta di allontanare i 'carabinieri scomodi' De Lucia ha affermato di aver parlato di "un carabiniere che era l'amante della moglie di un mio consigliere comunale e che c'erano denunce da parte del consigliere contro il militare". Il sindaco incontrava Alfano, secondo la sua "verità", per discutere dell'area militare da dismettere e di politica con la candidatura, rifiutata da De Lucia, alla Regione con Ncd.

L'ESPOSTO ANONIMO

Ma non solo. Secondo la Procura c'è anche un esposto anonimo per allontanare i carabinieri che stavano indagando su De Lucia. Indagini che secondo il documento sarebbero state ispirate dall'ex presidente della provincia Mimì Zinzi. Un testo che ad avviso del pm sarebbe opera di De Lucia. Sulla questione De Lucia ha sottolineato di aver parlato con il maresciallo Fraiese, comandante della stazione di Cancello ed anch'egli imputato, "persona integerrima e di grande rispetto - ha sottolineato De Lucia - perchè mi arrivarono voci su indagini sul mio conto che addirittura avrebbero dovuto arrestarmi".

I DEBITI COI CHERSONI

De Lucia ha anche parlato dei debiti al bar Chersoni rinnegati completamente dall'ex sindaco. "I rapporti si ruppero perché organizzarono una sfilata - ha detto De Lucia - Ed hanno invitato persone che mi erano contro politicamente. Per quello nel 2014 non avemmo rapporti".

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