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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

"Cosentino appoggiato dal clan dei Casalesi per tutta la sua ascesa politica"

Dal Bidognetti al patto con Sandokan: le motivazioni della sentenza di condanna a 10 anni per l'ex sottosegretario all'Economia

Nicola Cosentino sarebbe stato sostenuto dal clan dei Casalesi per tutta la durata della sua ascesa politica o almeno "fino al 2008-2009". Lo hanno evidenziato i giudici della Quarta Sezione della Corte d'Appello di Napoli - presieduta dal giudice Agnese Di Iorio - nelle motivazioni della sentenza con cui l'ex sottosegretario all'Economia è stato condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

Da Bidognetti a Sandokan: gli appoggi del clan a Cosentino

I giudici hanno ribadito come Cosentino avrebbe goduto del sostegno elettorale della camorra - secondo una logica di scambio "voti-favori" - a partire dagli albori, dal 1978 quando ricevette l'appoggio del gruppo Bidognetti (con l'elezione al consiglio comunale di Casal di Principe nel 1978 e 1982 e quelle al consiglio provinciale di Caserta nel 1980, '85 e 90-91) e poi dal 1995 in poi quando ottenne il sostegno del gruppo Schiavone, circostanza confermata nel processo di secondo grado dal super collaboratore di giustizia Nicola Schiavone che ha parlato di un patto tra Cosentino e suo padre Francesco Sandokan.

Le elezioni provinciali perse sullo sfondo dell'affare della centrale

Per i giudici di primo grado l'appoggio del clan si sarebbe esaurito nel 2005 quando Cosentino - candidato alla presidenza della Provincia di Caserta - perse le elezioni, vinte da Sandro De Franciscis. Ma la circostanza delle elezioni perse non esclude l'appoggio del clan anche in virtà dell'affare "estorsivo relativo all'edificazione della centrale termoelettrica di Sparanise risalente all'estate del 2005 in relazione al quale lo stesso tribunale (di primo grado nda) aveva ravvisato un regolanento di interessi tra Nicola Cosentino ed il clan dei Casalesi". Un regolamento di interessi che dimostrerebbe ad avviso dei giudici che "a quell'epoca (Cosentino) goveva della considerazione del clan quale suo uomo politico di riferimento e dunque smentendo l'ipotesi di un allontanamento dal clan". 

Cosentino appoggiato fino al 2009

Una ricostruzione che troverebbe conferme, inoltre, nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia secondo i quali "i patti politico-mafiosi" si sarebbero "rinnovati in epoche successive al 1995 addirittura fino agli anni 2008-2009, sostanzialmente nell'arco dell'intera ascesa politica di Cosentino", scrivono i giudici. In tal senso "illuminante" è stato l'apporto di Nicola Schiavone che ha spiegato come "l'ascesa politica" di Cosentino si "era basata sull'originario accordo che aveva concluso con il padre Francesco Schiavone detto Sandokan in base al quale egli sarebbe sstato sempre sostenuto dal gruppo Schiavone in tutte le competizioni politiche, anche nazionali, fin dall'inizio degli anni '90".

Schiavone ha anche fatto luce sul sostegno alle elezioni del 2005 rivelando che "Cosentino gli chiese sostegno elettorale" con la candidatura di una persona espressione del clan nelle liste a suo sostegno con i Casalesi che votarono e fecero votare "per i candidati della lista di Forza Italia e di partiti politici aderenti alla coalizione di centrodestra" oltre che "per candidati dell'Udeur sostenuti da Nicola Ferraro", nell'ottica della solita strategia utilitaristica del clan. 

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