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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Cavallo morto alla Reggia: la vetturina sotto processo

L'animale deceduto per un malore causato dal gran caldo

Cavallo morto alla Reggia di Caserta: parte il processo alla vettorina.

La prima udienza si è svolta presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a carico dell’ex vetturina operante nel servizio di trasporto ippotrainato del parco vanvitelliano della Reggia di Caserta.

La donna è accusata del delitto di uccisione di animali per la morte del cavallo Found Goal Pag’, avvenuta il 12 agosto 2020 sotto gli occhi dei turisti che quel giorno erano in visita alla Reggia. Il cavallo, provato dal lavoro sotto il sole e dalla temperatura di oltre 30 gradi, era crollato al suolo e deceduto senza che potesse ricevere soccorso. 

Secondo il capo di imputazione, la vetturina non avrebbe rispettato le buone norme della tenuta di un cavallo, quali il riposo sistematico all’ombra con docciatura e il costante abbeveraggio, altresì tenuto conto delle condizioni ambientali, avrebbe sottoposto il cavallo, per crudeltà e/o senza necessità, a sevizie, quali una esposizione al caldo per lungo tempo e ad un eccessivo esercizio fisico, cagionando in tal modo la morte dell’equino dovuta a insufficienza cardio-respiratoria secondaria, derivante dal cosiddetto colpo di calore. 

Nell’udienza la Lav, unica associazione presente, è stata riconosciuta parte civile nel processo, per il tramite dell’avvocato Cipriano Ficedolo. “Nell’immediatezza del fatto, avevamo sporto denuncia e ci eravamo subito attivati con la Direzione della Reggia grazie alla Garante degli Animali della città di Caserta. La morte di questo povero cavallo ha scoperchiato la pentola delle sofferenze nella gestione dei cavalli usati per le carrozze, ragion per cui la Direttrice della Reggia aveva deciso di non rinnovare il contratto con i vetturini, mentre il Comune di Caserta revocava la licenza alla vetturina imputata nell’odierno processo” dichiara Nadia Zurlo, responsabile LAV Area Equidi. “Ci sono però molti altri cavalli in Italia che giornalmente devono affrontare il caldo, la fatica e il dolore trainando le carrozze. Cavalli le cui storie non finiranno in tribunale, perché finché non muoiono è tutto normale. Nessuno tutela i cavalli perché sono fonte di reddito e lo Stato non ha il coraggio di fermare per sempre queste atrocità”.

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