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Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto, Laiso: "Donadio e Buonanno al funerale di mio fratello"

Il collaboratore di giustizia racconta la fornitura di armi da guerra dagli "amici" del Nord Est

Raffaele Donadio e Raffaele Buonanno da Venezia all'agro aversano per partecipare ai funerali di Crescenzo Laiso, ucciso a Villa di Briano nel 2010 per evitare una guerra tra gli Schiavone e la fazione Zagaria per l'egemonia di Trentola Ducenta (rientrante nella sfera criminale proprio di Michele Zagaria). Lo ha riferito Salvatore Laiso, fratello di Crescenzo ed oggi collaboratore di giustizia, nel corso del processo alla cellula veneta del clan celebrata nell'aula bunker a Venezia.

Respinte le eccezioni: il processo va avanti

In via preliminare i giudici hanno sciolto la riserva sulle eccezioni relative alla nullità del rinvio a giudizio per l'incompletezza degli atti d'indagine in possesso della Procura. I giudici hanno respinto l'eccezione con il processo che quindi andrà avanti.

Le difese "rifiutano" l'interrogatorio del maresciallo

Respinta anche l'eccezione relativa alla nullità della testimonianza di un maresciallo che ha riferito su atti di indagine - con tanto di documenti consultati - non in possesso dei difensori. Una circostanza che ha fatto infuriare il collegio difensivo che ha chiesto di invalidare la testimonianza. Questione respinta con i difensori che, a quel punto, hanno inscenato una sorta di sciopero bianco rifiutandosi di interrogare l'ufficiale dell'arma. Il fascicolo fotografico su cui il teste avrebbe dovuto riferire è stato comunque acquisito. 

La testimonianza di Laiso: dalle armi al funerale

Ma il piatto forte di giornata, al netto delle tensioni tra le parti processuali, è stata sicuramente la testimonianza di Salvatore Laiso, il primo "vero" pentito di camorra sentito nel corso del processo di Venezia. Laiso, dopo una panoramica sulla sua esperienza nel clan dei Casalesi, è entrato nel cuore delle vicende venete parlando dei suoi rapporti con Donadio e Buonanno. Laiso ha parlato di passaggi di armi dalla cellula veneta a quella di Casal di Principe. Armi, tra cui anche un fucile Uzi ed un mitragliatore M12 oltre ad alcune pistole, che arrivano da Buonanno e Donadio proprio ai fratelli Laiso.

Ma non si trattava, secondo il pentito, di forniture al clan bensì di uno scambio tra persone che condividevano la passione per le armi. Un rapporto di cordialità, insomma, confermato anche dalla partecipazione dei due ai funerali di Laiso nel 2010 (circostanza smentita da Buonanno che ha reso dichiarazioni a margine dell'udienza). Laiso ha infine negato - pur sostenendo di non esserne a conoscenza per via diretta - la possibilità che Donadio investisse i soldi del gruppo Schiavone nelle sue attività in veneto. 

Si torna in aula ad inizio marzo. Nel collegio difensivo sono inoltre impegnati gli avvocati Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini. 

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