rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto, il presunto boss si difende: "Io vittima delle estorsioni del clan"

Donadio racconta ai giudici le richieste estorsive subite da esponenti dei Casalesi

Ha respinto le accuse e si è dichiarato vittima delle estorsioni del clan dei Casalesi, "altro che capo della cellula in Veneto". Così Luciano Donadio, il presunto boss dei Casalesi trapiantati nel Nord Est, in particolare nella zona di Eraclea, nel corso della terza udienza dedicata al suo esame in corso dinanzi ai giudici del tribunale di Venezia.

Donadio, replicando alle domande dei suoi difensori - gli avvocati Alberini e Gentilini - ha ribadito di essere stato vittima delle richieste estorsive del clan: prima Daniele Corvino al quale "ho dato qualcosa alla moglie dopo il suo arresto", poi il tentativo di estorsione da parte di Augusto Bianco e Giovanni Della Corte: "mi chiesero 50 milioni". "Se fossi stato il boss della cellula dei Casalesi in Veneto non mi avrebbero chiesto le tangenti", ha sottolineato alla corte presieduta dal giudice Roberto Manduzio. 

Nel corso dell'udienza Donadio ha anche parlato delle armi: "Non ne ho mai avute, sono solo armi parlate" ed intercettate dagli inquirenti. E sulle intestazioni fittizie ha poi evidenziato come quelle società non fossero di sua proprietà, si è giustificato ancora il presunto boss. 

Si torna in aula settimana prossima per la fine del lungo esame del presunto boss. Poi si passerà alle liste testi presentate dalle difese che vedono, tra gli altri testimoni a discarico, anche i figli dei boss Nicola Schiavone e Raffaele Bidognetti, attuali collaboratori di giustizia, oltre al pentito Mario Iavarazzo.  Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giuseppe Brollo, Giuseppe Stellato, Antonio Sforza, Emanuele Fragrasso, Porta e Stefania Pattarello.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Casalesi in Veneto, il presunto boss si difende: "Io vittima delle estorsioni del clan"

CasertaNews è in caricamento